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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2019
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Liberamente ispirato da una storia vera, Il caso Kaufmann spinge il lettore a riflettere sulle conseguenze dell'odio e sul valore delle parole e delle piccole azioni, che possono cambiare il corso degli eventi.
«Un bellissimo romanzo-verità: un amore controverso e un assurdo e incredibile percorso giudiziario» – La Stampa
Kaufmann ha sessant'anni, è uno stimato commerciante ebreo, vedovo, e presidente della comunità ebraica di Norimberga. La sua vita viene sconvolta dalla richiesta di un caro amico che gli chiede di ospitare la figlia per i suoi studi. Irene ha vent'anni, è bella, determinata e tra lei a Kaufmann si instaura un rapporto speciale fatto di stima, affetto, ma anche di desiderio. Però lei è ariana, e per le leggi razziali il popolo ebreo è nemico della Germania. L'odio, sapientemente fomentato dal regime nazista, entra pian piano nelle vite dei cittadini: diffidenza e ostilità prendono il posto di rispetto e stima. Gli sguardi si abbassano, i sorrisi si spengono. E quando anche la Giustizia si trasforma in un mostro nazista, per l'onestà e la verità non ci sarà più scampo.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Da leggere perchè tratta con garbo il terribile tema della Shoà e della follia delle leggi razziali. Tuttavia, nonostante il tatto con cui determinate vicende sono trattate, sarà impossibile al cuor gentile non soffrire nel ricordo di tutti coloro che sono atrocemente morti per mano di uomini dalle menti squilibrate.
Davvero una lettura che mi ha colpita. La storia romanzata di una vicenda reale è resa davvero a tutto tondo. Credibilissimi i dialoghi tra i protagonisti, le emozioni, gli eventi. L’autore è riuscito a rendere perfettamente la normalità di un rapporto di vita e di vicinanza tra Leo e Irene nella follia della Germania degli anni 30. Ma l’implacabile ideologia degenerata nazista condensata in provvedimenti legislativi irrompe nella vita ordinaria delle persone e le travolge mutando in primis il modo di pensare della gente comune. Grasso riesce pienamente a rendere questo aspetto della Storia nelle storie delle persone ordinarie come è evidente anche dalle vicende di Eva o Maria. E anche per questo non ci si può non affezionare a Leo e Irene che sull’orlo del baratro imminente rappresentano uno spaccato di umanità normale presto travolto. Si avverte pienamente questa dicotomia tra l’affetto che lega in una normale vicinanza di vita Leo e Irene e la nube dell’odio che si addensa sempre più fitta su di loro e sugli ebrei tedeschi. L’autore riesce a fornire un punto di vista diverso ma altrettanto rilevante per cercare di comprendere come la civilissima Germania sia potuta sprofondare in un abisso così oscuro. Viene in rilevo il potere di una propaganda ben congegnata capace di toccare le giuste corde dell’uomo comune disorientato in un periodo di crisi morale, istituzionale e soprattutto economica. Grasso riesce a farci affezionare ai due protagonisti con naturalezza costruendo abilmente la narrazione senza escludere il punto di vista di entrambi conducendoci nei loro pensieri, paure ed emozioni. Lo stile è scarno, diretto e mai noioso anzi riesce fluido e accattivante allo stesso tempo non perdendosi in artificiose divagazioni. Un libro consigliato sicuramente che permette di riflettere. E dal romanzo appare evidente come la persecuzione degli ebrei non fu solo il frutto della follia di pochi ma dell’indifferenza dei molti come spesso ci ricorda Liliana Segre.
Ispirato a una storia vera, come specificato dall'autore molti dei personaggi o le loro storie sono frutto della sua fantasia. Il romanzo è totalmente diverso da quello di Christiane Kohl, la quale, racconta Grasso nella postfazione, lesse il suo libro e lo spinse a continuarlo, ritenendo la trama del Caso Kaufmann assolutamente originale e differente.
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