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Il libro in questione sviscera un analisi socio-musicale degli anni '80, e ripercorre uno dei casi piu' unici che rari nei quali una provincia fuori dal giro musicale che conta, dalle grandi tournee, dai grandi palchi delle maggiori citta' europee, e' assorta prima a banco di prova per alcune realta' che da li a breve sarebbero diventate delle icone dei suddetti generi musicali per poi divenire caposaldo della scena new wave/dark. Stiamo parlando di Taranto negli anni '80, da dove sono passati band del calibro di Bauhaus, New Order, Ultravox, Virgin Prunes, The Sound, Siouxsie and The Banshess, Simple Minds, Cult, Tuxedomoon e molti altri, per una serie di coincidenze che possono essere assoggettate al destino, alla caparbieta' di un manipolo di giovani tarantini innamorati e affascinati da quelle sonorita' fredde, derivanti dall'avvento delle macchine (computer), giovani pero' con i piedi ben saldi nei valori borghesi (lontani dalle aggregazioni e lotte politiche degli anni '70) che ogni famiglia del meridione tende ad inculcare (difatti gli autori e i collaboratori del libro sono diventati: professori, giudici, avvocati e qualcuno di essi ha fatto della musica una professione, parliamo di Giuseppe De Bellis che trasferendosi a Copenaghen ha anche collaborato con i Wolfgang Press, e annovera anche realta' locali che hanno avuto vita breve o minore visibilita': Central Unit e The Act). Il libro sviscera setlist di quei concerti, racconti, curiosita' e foto dell'epoca, estratti di giornale e aneddoti che hanno portato persino alcune band a dedicare alcuni brani al mare di taranto (New Order - 'The Beach', Siouxsie And The Banshees 'Cities In The Dust'); effettua una panoramica personale sulle discografie e sulle band piu' influenti di quel movimento che in quel momento storico ancora non avevano preso dimestichezza col successo che sarebbe venuto piu' avanti.
Recensioni
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