Succede che per il centocinquantenario della Mole, due terzi degli anni in costruzione, commissioni, supervisioni, rifiniture, il Museo Nazionale del Cinema decide di celebrare l'anniversario con un libro. Ed eccola qui la storia della Mole e del suo Architetto e di più di un secolo di storia percorso come una meteora, nel giro di una notte. E' una ricerca dettagliata e precisa quella attraverso cui si dipana la matas-storia dell'emblema di una città che amo e di cui amo sempre sentir parlare. E di cui se ne parla sempre con tanto amore. Colto, ironico, stravagante e divertente, questo libricino. Antonelli poi "voleva fare di testa sua, sempre, senza scendere a compromessi con nessuno, indifferente ai contratti e agli accordi; insomma: in genio del tutto fuori sincrono rispetto ai suoi contemporanei, ma anche un caratteraccio. In ogni caso, un personaggio unico!" Alzate pure gli occhi al cielo! Non vi libererete mai di me! Quante volte avete dato Torino per morta? Be', si è sempre tirata su! Come la mia Mole! Fin dall'inizio! Avete presente? (La felicità non è fare tutto ciò che si vuole, ma volere tutto ciò che si fa! Non rammaricarti di ciò che non hai potuto, ma di quello che avresti potuto e non hai voluto!)
Ba-da-bum! (Ma la Mole no). La canzone della Mole cantata dal suo architetto
Giuseppe Culicchia torna a rendere giocoso omaggio alla sua città, Torino, da sempre presente in un modo o nell'altro nei suoi libri, attraverso il canto del suo monumento simbolo: la Mole Antonelliana. Lo fa dando la parola al genio visionario di chi la concepì e le donò il nome, l'architetto Alessandro Antonelli. Un personaggio che attraverso un monologo teatralmente fluviale, intervallato dal coro formato da una coppia di turisti nella Torino contemporanea, ci fa toccare con mano l'ambizione che lo spinse a progettare il suo capolavoro e l'ostinazione con cui lo realizzò malgrado la ristrettezza di vedute di committenti e amministratori. Il tono è freneticamente creativo, postmoderno nel suo urlare "Voglio una Mole sopraelevata / Voglio una Mole come in Blade Runner / Voglio una Mole esagerata / Voglio una Mole come Daryl Hannah", ma allo stesso tempo fedele allo spirito di quello che lo stesso Culicchia chiama "un genio del tutto fuori sincrono rispetto ai suoi contemporanei, ma anche un noto caratteraccio".
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Anno edizione:2013
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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BARBARA GALDI 29 novembre 2017
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Francesca Finoglio 06 marzo 2017
Sono per caso capitata su questo libro di Culicchia, incuriosita della copertina e dalla conoscenza del più famoso "Torino è casa mia". Si legge velocemente ed altrettanto velocemente si viene coinvolti dal racconto dell'architetto Antonelli, la voce narrante, che spiega tutte le difficoltà incontrate per la realizzazione della ora celebre Mole Antonelliana torinese. Nonostante burocrazia, commissioni, variazioni d'uso, la morte dell'Antonelli stesso, il progetto arriva a compimento: "Alla faccia loro!"
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Marco Bronsino 24 novembre 2016
Spassosissima storia delle vicende legate alla costruzione della Mole, raccontata attraverso un lungo soliloquio da niente meno che il fantasma dello stesso Antonelli! Da studioso di architettura non ho potuto fare a meno di apprezzare l'accuratezza storica, sintomo di una grande ricerca da parte dell'autore. Ma il suo merito maggiore è essere riuscito ad imbrigliare l'anima di Alessandro Antonelli! Un libro che non solo diverte, ma che alla fine della lettura lascia un lettore più colto sulla storia di un monumento simbolo.
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