Le prime frasi
L'Osteria della Fola
"Si fermerà anche a cena?" domandò la padrona dell'osteria.
Nel parlare si appoggiò al banco di mescita e mostrò gran parte del bendidio che biancheggiava dentro la scollatura. Sembrò un invito a fermarsi soprattutto per il dopocena.
"Resterò almeno un paio di giorni. Dipende dall'esito delle mie ricerche" rispose il forestiero.
A giudicare dalla pronuncia non doveva venire da molto lontano, da Bologna o da Ferrara. Aveva i modi del cittadino e ben due valigie di pelle, oltre a un voluminoso tubo di cuoio che forse conteneva l'attrezzatura per la pesca. Per questo non era sceso in uno degli alberghi di Modena città, al Roma o al Torre, per poi andare a mangiare da Fini.
"Lei è un pescatore?" domandò Tina, con uno dei sorrisi che le consentivano domande indiscrete, e perfino sfacciate.
"In un certo senso..." rispose l'uomo.
La padrona ricordò di possedere il diritto, anzi il dovere, di esigere un documento per registrare gli ospiti che si fermavano a dormire. Lei e suo marito se ne dimenticavano spesso. Quasi le avesse letto nel pensiero, l'uomo tolse dalla giacca il portafoglio e le porse la carta di identità.
Signor Vandi Aldro...
"Aldo?"
"No, proprio Aldro."
...nato il 15 luglio 1922 a Modena (dunque aveva trent'anni giusti), residente a Bologna, via Marsili 22. Professione: Naturalista.
"Cosa fa un naturalista?" domandò la Tina nel restituirgli il documento.
In cuor suo sperò che il forestiero facesse di mestiere lo sguaitapìp, come chiamavano da quelle parti i medici delle donne.
"Studia la natura".
"Anche quella delle femmine?"
Aldro non era ben sicuro che l'ostessa stesse giocando maliziosamente con le parole. "Natura" non faceva parte dei sinonimi usati nel Modenese, dove si privilegiavano definizioni con riferimenti più robusti e mangerecci, tipo gnocca o ciapèla.
"La mia specialità sono gli animali insoliti."
"Per esempio?"
"Draghi, bosme, palpàstrighe, anzlìn, foionchi...
"Anche a me piacciono le bestie mica facili da incontrare."
"Davvero?"
"Questa sera ho preparato le rane fritte. Venerdì, se me lo portano dalla Stellata, cucinerò lo storione..."
"Il mio interesse per gli animali insoliti e meno..." Aldro cercò la parola adatta, non la trovò e rimediò con un "... meno pratico. Io sono uno studioso, e mi limito a osservare la presenza, il comportamento, la vita di quelle creature. Mi limito per modo di dire, in quanto è così raro incontrarle che ogni vaga apparizione costituisce un avvenimento."
La Tina ascoltava il forestiero con molto interesse, quasi fosse pure lei una studiosa di bestie. E in un certo senso lo era, e proprio in quel momento stava immaginando il professor Aldro Vandi completamente nudo. Da esperta, valutò che era un gran bel giovane e che non avrebbe dovuto lasciarlo andare via senza prima studiarlo da vicino.
"Cosa la porta dalle nostre parti?" incalzò l'ostessa.
"Non lo immagina?"
"Proprio no."
"Possibile che non sia arrivata anche la voce che si è sparsa a Modena, a Ferrara, a Bologna?... Eppure vi riguarda."
Per un attimo la Tina pensò che la voce riguardasse lei, e ne fu lusingata. Solo suo marito sembrava ignorare le chiacchiere che si facevano sul conto dell'ostessa della Fola e sulla sua generosità nell'accogliere i clienti maschi. Ma il giovane professore precisò:
"Fino a Bologna mi è giunta notizia delle strane orme rinvenute nella valle, a poca distanza da qui. Certi pescatori le hanno segnalate ai carabinieri, e sono in molti a parlare di un drago che si aggirerebbe nottetempo nelle nostre campagne."
"Sì, ne ho sentito parlare. Anzi, credo che il primo a scoprire quelle strane orme sia stata proprio Alfeo, il mio fornitore di rane" disse la Tina.
Stava per aggiungere: tutte balle, ma si fermò in tempo per non offendere il forestiero che di sicuro a queste balle credeva, considerato che per loro era arrivato fin qui da Bologna.