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Anno edizione: 2016
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Due amici inseparabili legati da un sacro patto di sangue sancito con uno speciale temperino. Una dinastia di lupi che culmina con il cane pastore preferito di Adolf Hitler. Una grande e controversa nazione in uno dei momenti più bui e al contempo più gloriosi della propria storia. Grass ci guida in un viaggio attraverso la Germania nel periodo che va dal primo dopoguerra alla ricostruzione post nazista, unendo storia e fantasia, alternando gioco e serietà, confondendo realtà e allegoria, odio e amore, rivalità e amicizia. Protagonisti dell'opera sono il coraggioso, iracondo, digrignatore di denti Walter Matern e il goffo, estroso, ciccione Eduard Amsel. Seguiamo la vita dei due amici fin dalla prima infanzia trascorsa insieme sulle rive della Vistola, tra mulini a vento, vermi chiaroveggenti, spaventapasseri, zingari e cani pastore, in un paese che si lecca ancora le ferite procurategli dal primo conflitto mondiale. Li vediamo giocare, aiutarsi, proteggersi, crescere insieme, andare via da casa per completare gli studi, finché l'avvento del nazismo separerà le loro vite. Eddie, in quanto "itzig", giudeo, ne subirà la violenza e sarà costretto a cambiare aria, nome, fisionomia e perfino dentatura. Walter, nonostante le sue idee comuniste ed antifasciste, si ritroverà risucchiato dal sistema e indosserà la camicia bruna delle SA, combatterà per il Reich sul fronte orientale, conoscerà l'alcolismo, lo scolo, la delusione e la solitudine interiore. Ma, come un invulnerabile “ometto sparainpiedi”, non verrà mai sopraffatto e, alla caduta del regime, lo seguiremo in giro per le rovine della Germania, accompagnato dal cane del Fuhrer, in cerca di vendetta, di calore, di opportunità e del migliore ed unico amico che abbia mai avuto. I due si ritroveranno e percorreranno insieme un ultimo, catartico viaggio dalle atmosfere dantesche in una sorta di inferno sotterraneo popolato da spaventapasseri meccanici che, fatti ad immagine e somiglianza dell'uomo, ne rappresentano debolezze, vizi e bassezze. Un libro di grande spessore letterario, sia per lo stile che per l'importanza dei contenuti, ma non certo un'opera di facile lettura. A tratti divagante, a tratti confusionario, troppo spesso prolisso, Grass appesantisce notevolmente la prosa rendendo la lettura lenta, pesante e difficoltosa. Per fortuna la sua penna sa ripagare gli sforzi del lettore con sprazzi di virtù letteraria, con la varietà e la genialità di metafore ed allegorie e la particolarità di situazioni e personaggi. Spiccano su tutti la dolce Jenny e la subdola Tulla, il mugnaio Metern che predice il futuro attraverso i vermi della farina, il professor Brunies che non riesce a resistere davanti alle caramelle, gli spaventapasseri di Eddie e i pugni di Walter, improbabili processi radiofonici, epiche partite di pallapugno e pupazzi di neve che, come magiche crisalidi, trasformano bruchi in farfalle. Alternando pagine bellissime a lunghi passaggi tediosi e inconcludenti, l’autore traccia un quadro preciso di come il nazismo, ma questo potrebbe valere per qualsiasi regime, sia pericolosamente riuscito ad insinuarsi nella vita di tutti i giorni, illudendo, seducendo, coercizzando chiunque, perfino chi, come Walter Matern, professava tutt’altra fede politica. Ciò non può che essere un monito sempre valido per gli uomini di ogni epoca e di ogni latitudine, affinchè gli anni di cani che si sono vissuti in quell’epoca e che, anche se in maniera diversa, continuiamo a vivere tuttora, diventino soltanto un cattivo ricordo. “Guardatemi: con la testa calva anche all’indietro. Un armadio vuoto pieno di uniformi di ogni partito. Ero rosso, ho vestito bruno, passai al nero, mi tinsi: rosso. Sputatemi addosso: vestito, impermeabile, bretelle regolabili, un ometto sparainpiedi, che cammina su suole di piombo, sopra calvo, dentro vuoto, fuori coperto da resti di stoffa, rossi, bruni, neri – sputate!”
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