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Le vicende di due coppie si intrecciano per ragioni ignote agli stessi personaggi. Un testo scarno ed ellittico da un autore che non pare credere nemmeno nelle possibilità comunicativedell'arte: "Scriviamo perche c'è qualcosa che vogliamo scrivere, che dobbiamo scrivere, prima, durante e dopo. Per noi stessi".
Due commedie, inedite in Italia, e messe in scena rispettivamente nel 1961 e nel 1968, che ripropongono il piú classico dei Pinter. Nella prima, La collezione , l’ironia sottolinea i malesseri, le fantasie e le complicità di due coppie, una omosessuale, Harry (interpretato magistralmente da Pinter stesso nella produzione del 1997 al Gate Theatre di Dublino) e James, e l’altra eterosessuale, Stella e Bill. Come sempre l’autore scava nelle profondità dei rapporti umani per poi lasciar affiorare solo l’apparente leggerezza dell’essenziale, con un ritmo che scandisce i passaggi di scena e le battute pungenti e piene di sottile umorismo che caratterizzano questa pièce. Nella seconda, Paesaggio (di cui si può ricordare una memorabile regia di Peter Hall della Royal Shakespeare Company all’Aldwich Theatre di Londra del 1969), i due protagonisti, Duff e Beth, raccontano, in un monologo «simultaneo», la vita vissuta insieme. Una commedia che rivela come l’assenza di dialogo possa diventare il punto d’incontro di una coppia allo stesso tempo unita e divisa dai sentimenti che condizionano le loro esperienze: due filosofie distinte ma fatalmente legate dallo stesso «paesaggio», dallo stesso percorso.
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