Quando nella vita reale si subiscono abusi, traumi e violenze (di ogni genere e a qualsiasi età) e le ferite sono fresche e dentro di te si è scatenato un terremoto emotivo di proporzioni cosmiche che soltanto TU puoi capire, e il destino, o le coincidenze (!!!!!) hanno fatto sì che inciampassi tra le pagine di libri che trattano questi temi così delicati e dolorosi che moltissime persone hanno la fortuna (senza sapere che sia una grandissima fortuna) di non vivere mai sulla propria pelle, in quel mentre e anche molto tempo dopo (quando i molteplici benefici della psicoterapia non hanno ancora dato i loro frutti) non puoi non pensare e non puoi non dare per scontato che questi libri non siano dei buoni libri, dei luoghi “giusti” dove poterti sentire parte di quel dolore e di quella sofferenza senza sentirti sbagliata e senza sentirti costretta, in un modo o nell’altro, a giustificarti o a vergognarti per via di ciò che hai subìto. Finché un giorno, nel profondo di te stessa, dove ancora ci sono delle piccole cicatrici, sebbene non più così tanto in rilievo come all’inizio e durante il processo di analisi e del superamento del dolore grazie alla psicoterapia, ti rendi finalmente conto che quei libri che tanto avevi amato e che avevi sentito “tuoi”, non sono poi così dei bei libri, dei luoghi giusti dove sentirti parte di tutto quel dolore. È tutta un’illusione, una grandissima illusione.
