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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2011
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Durante la lettura di questo libro, che porta il lettore nella storia di una ragazza con una famiglia disfunzionale, ho provato un senso di melanconia particolare: sicuramente merito dell’autrice, che in ogni suo libro riesce a rendere possibile l’immedesimazione del lettore nei panni del/della protagonista.
"Di colpo si sentì affamata di solitudine, di silenzio, di una malinconia amara di cui si sarebbe riempita l'anima fino a saziarla di odio e tristezza". Il vino della solitudine è uno dei romanzi più autobiografici tra quelli scritti da lrène Némirovsky Il romanzo percorre la vita di Hélène, dall'infanzia all'adolescenza. Hélène non si capacita di non essere amata dalla madre e di dover vivere con un padre che, seppur amandola, è sempre assente.ll suo unico punto di riferimento è la tata, Mademoiselle Rose, che la consola e la supporta nei momenti di sconforto. Sullo sfondo la Prima Guerra Mondiale e la Rivoluzione d'Ottobre che porterà la famiglia a fuggire dalla Russia, attraverso la Finlandia fino ad arrivare a Parigi. La Némirovsky racconta una storia di dolore e di perdita di rancore e di odio, di un'infanzia rubata e di una vendetta sottile. L'autrice diceva che da un'infanzia infelice non si guarisce mai, è qualcosa che ti porti dietro per tutta la vita. Hélène però si riscatta decide di fermarsi prima di diventare come la madre e si appropria finalmente della sua libertà.
Romanzo che rispetto ad altri dell'autrice non mi ha colpito particolarmente nonostante la storia raccontata sia interessante e toccante essendo una sorta di autobiografia sotto mentite spoglie. Ho trovato lo stile ancora una volta elegante ma a tratti mi è sembrato che la narrazione fosse approssimativa e accelerata. La tematica centrale è il rapporto figlia-genitori (soprattutto la madre), un rapporto in questo caso basato quasi esclusivamente su sentimenti negativi di rabbia, gelosia e disinteresse.
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