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Lulù Delacroix è una bambina imperfetta che ha avuto la sventura di nascere a Perfect City, dove tutto e tutti sono perfetti. Odiata e esclusa da tutti i bellissimi abitanti della città, inclusi i genitori e le terribili sorelle, rinchiusa in casa per decreto del sindaco, la piccola Lulù, testa tonda e occhi distanti, apprende un linguaggio tutto suo, pieno di congiuntivi imperfetti come lei, da usare per comunicare con una bambola parlante sua amica e con una misteriosa poetessa, tale Emily Dickinson, che vive sulle nuvole. Fino a quando la piccola Lulù non intraprenderà un viaggio pieno di rischi e avventure in un mondo fantastico, per completare una missione importante... Lulù Delacroix è il Paradiso della Trilogia di Desdemona XI. La protagonista, la piccola Lulù, è un personaggio di un candore e di una tenerezza disarmanti. La storia fa l'occhiolino alla letteratura fantastica e d'avventura tradizionale, la scrittura e l'afflato morale rendono l'opera forse più vicina a Saint-Exupéry che non al logicismo giocherellone di Lewis Carroll. Lulù, infatti, è una deliziosa petite princesse che non si può non amare e che verrà infatti amata da tutte le bizzarre creature nelle quali incapperà nel corso del suo fantastico girovagare. Arrivato a un certo punto, la piccola Lulù incontrerà anche una ragazza chiamata Isabella Santacroce, che sta scrivendo nella sua camera. Incontrerà persino un'altra, perfida ragazza, Desdemona, ma è piccola piccola, impotente, e al massimo può provare a torturare una pazientissima lumaca. Vittima dei punzecchiamenti dell'insopportabile ragazzina, la lumacona esclama: «Desdemona, tu sei un satanico dio, un celestiale demonio... però quanto c'hai rotto!». E Desdemona, per tutta risposta, non può far altro che urlare: «Io sono e sarò sempre l'eroina dell'estasi!», mentre viene portata via e forse divorata da un enorme uccellaccio. Per quanto breve e forse poco funzionale all'intreccio di Lulù Delacroix, l'irruzione del personaggio di Desdemona in questo libro illumina gli elementi comici o persino farseschi già presenti in V.M.18, ma mai completamente apprezzati (o persino notati) dai lettori e cosiddetti critici italiani, più inclini a scandalizzarsi che al lavoro di analisi e interpretazione. Lulù incontra anche altri personaggi, appartenenti solo e unicamente alla sua storia. Farà nuovi amici. Verrà tradita da alcuni. Si innamorerà. Non riuscirà mai a incontrare la sua amica Emily Dickinson, che la osserva dalla sua casa delle nuvole, né la sua missione, effettivamente, avrà un lieto fine o una risoluzione chiara. Piuttosto, tutto rimarrà sospeso nell'ambiguità: è veramente accaduto, tutto ciò che è accaduto a Lulù Delacroix, o era solo frutto della sua mente bambina, un gioco di bambole fatto per noia o per distrarsi dall'aridità e dalla mancanza di amore che la circondano? Se così fosse, dunque, vuol dire che 'Isabella Santacroce' e 'Desdemona' non sono altro che i sogni di una bambina che non è mai stata amata? E i crimini compiuti (o immaginati?) da Desdemona in V.M.18, sono anch'essi il frutto della fantasia della piccola Lulù? Non esistono risposte chiare a queste domande. Né si capisce fino in fondo dov'è che Isabella Santacroce collochi il suo Paradiso. Forse nella mente, che non conosce confini, né fine. La mente che può essere inferno e vendetta oppure volo pindarico e paradiso, specie se si tratta della mente di bambine e ragazzine sole, emarginate, non accettate, escluse. Aldilà delle analisi e dei significati dell'opera e della 'visione' Santacrociana, Lulù Delacroix rimane un testo dalla lettura scorrevole e leggerissima, piena di emozioni, tenerezza, affetto infinito nei confronti della protagonista. Un libro che spesso fa sorridere e, a volte, addirittura commuove: commuove sul serio, fa brillare gli occhi, fa struggere d'amore per quella bambina imperfetta, così intelligente, così buona, così bella, così meritevole di tutta quella felicità che l'infame società della perfezione non riesce a darle. Un fiaba per tutti gli adulti che non sono mai riusciti a crescere.
Questo è un libro per pochi e non per tutti. L’ho comprato attratta dalla copertina, senza sapere niente del contenuto. Stavolta non ne rimasi folgorata perché c’è si un mondo da scoprire ad occhi spalancati e la storia è davvero fantasiosa e ammirevole ma è davvero molto difficile da seguire sopratutto per come si esprime nei dialoghi e nei pensieri la stessa Lulù. Affascinante e travolgente il candore della protagonista. Lo paragonerei ad un Candido dei giorni nostri!
"Questo libro fosse bello molto"...così si sarebbe espressa al mio posto la piccola Lulù, protagonista di questo romanzo magico che nasconde in sè un segreto, il segreto dell'innocenza. Secondo libro di Isabella Santacroce da me letto (il primo era stato "Zoo") e senza dubbio uno dei migliori mai letti finora. All'inizio la storia appare poco coinvolgente, effettivamente non capisci dove la scrittrice voglia portarti e ti chiedi cosa mai potrà accadere nelle "tante" pagine successive. Ma ecco che poi un mondo ti si spalanca di fronte e tutti i dubbi iniziali spariscono gradualmente, oscurati dal fascino delle descrizioni tanto (forse un pò troppo?) accurate di ogni singolo oggetto o essere che popola il paese delle meraviglie. Un paese diverso da quello di Alice, più grande, più oscuro, più strano, più spaventoso ma allo stesso tempo più "meraviglioso". Qualcuno ha detto che la Santacroce in questo suo libro ha descritto i buoni come "santi" e i cattivi come "demoni", io penso invece che questa talentuosa scrittrice abbia avuto coraggio (e tanta tanta fantasia) nel proporre al lettore un mondo capovolto, allettante alternativa alla desolante e purtroppo sempre più attuale realtà in cui domina il pregiudizio tanto combattuto dalla piccola eroina Lulù...una bimba...senza capelli...con gli occhi grandi...ma soprattutto sola, senza il sostegno di quelle persone a lei care la cui vista è annebbiata dai fumi dell'ignoranza.
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