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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2014
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Una storia tragica. Un mondo particolare descritto molto bene. Un'ironia sotterranea che pervade tutto il libro.
Quando lo finisci di leggere provi dolore... perchè è finito, perchè non ci sono altre pagine da leggere. Un racconto dove il paesaggio i personaggi le situazioni non sono solo raccontate ma sono dipinte: lpuoi seguire le pulsioni, i tentennamenti, i disagi le sofferenze e le gioie di ciscuno degli attori della tragedia. Un racconto a colori. La lingua yiddish deve essere una lingua ricca di sfumature, bravissimo l'A. ma bravissimi anchei traduttori che le hanno reso merito. In inglese il titolo venne portato a "Il peccatore", in effetti il senso della condanna e il peso del peccato lo si sente in ogni pagina, un disagio che crea una tensione narrativa continua, che si apre a sprazzi di pace e serenità per poi riportarti nel mondo cupo e rigoroso della Legge che stigmatizza il Peccatore e che incanta il lettore. Un capolavoro!
Nella tipica comunità ebraica galiziana un anziano rabbino autoritario dà in sposa la figlia a un giovane e sensibile figlio di rabbini e contemporaneamente prende in sposa come quarta moglie un'orfana dal carattere sulfureo. Tra i due giovani (cognati) si accende qualcosa che dura fino alla morte improvvisa di lei. Al che il giovane leva le tende e riappare in un altro villaggio sotto le spoglie di un tontolotto (lo Yoshe del titolo). Anche qui matrimonio fugace e sparizione rapida fino a quando dopo quindici anni torna dalla prima moglie. A quel punto le due comunità se lo contendono e a dirimere la controversia viene chiamato un consesso di rabbini, ma solo un saggio tra costoro riconosce in Yoshe la reincarnazione dell'ebreo errante. La valenza simbolica dell'opera è notevole così come i personaggi sono ben tratteggiati ma a differenza dei capolavori di Singer manca a mio avviso la dimensione empatica che ti fa sentire fratelli i protagonisti, in ogni caso un buon libro che consiglio ai giovani lettori.
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