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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2010
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«Quando una ragazza permette ad un giovine di dirle d'amarla, ella è già sua e non più libera.»
Pubblicato nel 1898, Senilità passò inosservato nella prima edizione e venne riscoperto soltanto nel 1927, dopo il successo di La coscienza di Zeno. Prediletto da Joyce, da Montale e da Valery Larbaud, è forse il più lacerante e misterioso dei tre romanzi di Svevo, e basterebbe da solo a collocare lo scrittore triestino ai vertici della narrativa europea novecentesca. «Doppiando il fantasma che è al cuore di qualsiasi fare artistico, nella lotta amorosa, al cui cuore c'è pure fantasma – come scrive Del Giudice nell'Introduzione – Svevo riuscì a comporre l'unico romanzo d'amore "moderno" che abbiamo in Italia a cavallo del secolo, quello in cui per la prima volta viene dolorosamente in chiaro come la forma dei rapporti amorosi non possa più sostenere la vitalità del fantasma, la dirompenza del sogno e del desiderio.»
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libro stupendo arrivato in perfette condizioni
*DNF (50%)* Un libro praticamente senza trama, ho trovato tutti i personaggi (a Parte Amalia) noiosissimi, insopportabili. Speravo tanto che la storia riprendesse dopo la prima meta', invece no, diventava ancora piu' lenta. E' molto difficile andare avanti quando le uniche carte che lo scrittore ti da' sono dei personaggi odiosi e un racconto lentissimo nei minimi dettagli delle loro azioni superflue, prive di spessore e significato. Per quanto stimo Svevo, capisco il perche' delle critiche severe ricevute prima della pubblicazione.
Nonostante non sia proprio il mio genere, ho apprezzato molte parti del romanzo. Il passaggio dalla frivolezza di un rapporto casuale ad una passione cupa e divorante. Ho odiato dal primo momento l'evidente e sorridente malizia di Angiolina e l'eccessiva sublimazione e esaltazione da parte di Emilio.
Recensioni
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