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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2016
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Questo non è un libro che parla di viaggi, è un libro che parla di libertà. Libertà di vivere la vita fino in fondo, fino alla fine del mondo; sulla strada, fino alla fine della strada. Libertà di scegliere sempre e comunque la strada, indipendentemente dai soldi, dal lavoro, dai problemi e dalle preoccupazioni. La strada come mezzo per conoscere la vita, in tutte le sue forme e sfaccettature. È anche un libro che parla di confusione, un concetto collegato alla libertà in quanto la libertà nel suo significato più intimo e profondo spesso altro non è che confusione, perché ci mette di fronte a una gamma sconfinata di scelte. Nel libro libertà e confusione pervadono le vite dei protagonisti, Sal e Dean, come il bene e il male, e non fanno altro che alternarsi e richiamarsi a vicenda. Ciò si riflette anche sulla scorrevolezza del libro, che spesso risulta molto penalizzata dalla confusione dei personaggi e delle vicende che li coinvolgono; ciò nonostante, a riequilibrare tutto c’è sempre questa ricerca della libertà che è uno dei grandi ideali che dovrebbe ispirare ogni essere umano.
Bel romanzo. Personalmente l'ho trovato poco scorrevole (forse perchè l'ho letto in lingua originale) specialmente la prima parte che è ricca di descrizioni di luoghi e di ciò che il protagonista si trova ad affrontare 'sulla strada'. Sicuramente questo testo fa crescere nel lettore la voglia di viaggiare e di vivere la vita (finchè si è giovani) e permette di conoscere la vita degli americani degli anni '50. Sono anche consapevole del fatto che quella che ci troviamo davanti leggendo 'Sulla Strada' è un'autobiografia di Jack Kerouac che ha narrato le vicende di quello che possiamo considerare il suo alter ego Sal Paradise, e che quindi gli eventi descritti sono quelli che l'autore ha vissuto in prima persona. Nonostante ciò ho trovato il romanzo difficile da finire e a tratti noioso anche se mi ha fatto riflettere molto su alcuni aspetti della vita.
Incuriosito dalla fama e dall'alone di leggenda che circonda questo libro, ho comprato il "testo sacro" di Kerouac. Premetto che un libro, costi quel costi, lo leggo sempre tutto, dalla prima all'ultima pagina, comprese prefazioni e postfazioni, ma qui l'impresa è stata veramente ardua. Noioso, ripetitivo, frenetico, prolisso, deprimente, insomma, risulterò impopolare, ma è il peggior libro che mi sia capitato di leggere. Mi rimane misterioso come possa essere giudicato uno dei più bei libri mai scritti.
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