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Molti critici considerano “I parenti terribili” la più perfetta opera teatrale di Jean Cocteau. Indubbiamente si tratta dell’opera con la quale lo scrittore rompe, almeno formalmente, col teatro di raffinata e astratta acrobazia intellettuale che sino allora aveva avuto in lui uno dei più fertili campioni (da “Le boeuf sur le toit a Orphée”, da “Les Mariés de la Tour Eiffel” a “La machine infarnale”), per accostarsi a un tipo di teatro molto più tradizionale, costruito secondo regole collaudate e codificate, in una parola le regole care al teatro borghese. Scrivendola, Cocteau ha voluto – e ce ne ha lasciato egli stesso testimonianza – sfidare quel pubblico di élite per il quale aveva sempre lavorato, e stabilire un contatto, mediante un linguaggio meno esoterico, con le grandi folle. Il tentativo si rivelò felice, giacché “I parenti terribili” hanno costituito uno dei più grossi successi ottenuti da Cocteau autore drammatico.
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