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Questo romanzo trasgressivo e ricchissimo ci restituisce il disagio della pace in agonia in Francia, nell'Europa, nel mondo alla vigilia della seconda guerra mondiale.
«Tutto è gratuito, questo giardino, questa città e io stesso. Quando capita di accorgersene, viene il voltastomaco e tutto comincia ad oscillare; ecco la Nausea.»
Dopo aver viaggiato a lungo, Antoine Roquentin si stabilisce a Bouville, in uno squallido albergo vicino alla stazione, per scrivere una tesi di dottorato in storia. La sera, si siede al tavolo di un bistrot ad ascoltare un disco, sempre lo stesso: «Some of These Days». La sua vita ormai non ha piú senso: il passato è abitato da Anny, mentre il presente è sempre piú sommerso da una sensazione dolce e orribile, insinuante, che ha nome Nausea. Un romanzo trasgressivo e ricchissimo, sempre attuale, che ci restituisce il disagio del mondo in agonia alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Il libro piú libero di Sartre, il piú disinteressato e il piú appassionato insieme.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"La nausea" di Jean-Paul Sartre è come se la vita ti desse un pugno nello stomaco e poi ti chiedesse di rifletterci sopra. Antoine Roquentin, il nostro eroe (se così si può chiamare), inizia a vedere il mondo come un grande pasto che non riesce più a digerire. Cose normali – come una sedia o un albero – improvvisamente diventano insopportabili, e tutto sembra straripare di un fastidioso "non-senso". Sartre, con la sua filosofia esistenzialista, ci fa capire che la libertà assoluta non è una festa, ma un gran mal di pancia.
Unico per certe rappresentazioni toccanti di Parigi di quegli anni. Perspicace e profondo.
Troppe volte ho sentito dire "leggere questo libro mi ha fatto veramente venire la nausea", quindi se scegliete di leggerlo, sappiate che ciò che vi troverete davanti non è un fantasioso racconto d'avventura, ma un testo filosofico che nell'avventura ci si immerge, scrutando e analizzando ogni aspetto della realtà, o meglio dell'Esistenza. Personalmente l'ho trovato affascinante: lo stile, il modo di narrare le giornate, mi hanno immerso in quell'Esistenza tanto temuta da Roquentin, mi hanno portato a riflettere su grandi temi, a tratti "spaventosi" per la loro grande mole, quali la Coscienza e l'Assurdità, di cui Sartre parla affidando il compito al suo protagonista, un uomo all'apparenza scialbo, colpito dalla pesantezza della vita, un uomo che si sente sempre di troppo e vive rassegnato nella sua esistenza. Leggere "La Nausea" in questo periodo della mia vita dove tutto mi è confuso e in cui non so con esattezza quello che faccio e perché lo faccio, mi ha fatto sentire meno sola, ho avuto l'opportunità di focalizzarmi sui dettagli della mia vita e forse imparare ad apprezzarli un po' di più. Dunque, se non avete paura di affrontare quest'esperienza ("È dell'Esistenza che io ho paura"), leggetelo, perché è una lettura che vi apre gli occhi sul mondo e merita veramente tanto.
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