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Avevo sentito parlare di Faith ed ero molto curioso riguardo a questo fumetto della Valiant. Mi aspettavo innovazione, freschezza, novità … insomma mi aspettavo qualcosa che potesse spiegare tanto clamore di fronte a questo titolo. Ma non l’ho trovato. Faith è un “normale” fumetto supereroistico … e probabilmente la sua forza sta proprio qui. Un’amica mi ha detto “leggendolo ho pensato che si poteva sostituire la protagonista con Wonder Woman e la storia non sarebbe cambiata” e, in qualche modo, è vero. Ma Faith non è Wonder Woman, è una ragazza con molte insicurezze che cerca di fare il meglio che può sia nel lavoro sia come supereroina esordiente. Il pregio del fumetto, però, è nel non detto: l’aspetto fisico non influisce minimamente sulle insicurezze di Faith (o Zephir, il suo alter ego supereroistico) e, infatti, non ne parla mai né in termini positivi né negativi. Faith è e si comporta, quindi, come una ragazza normale (ma con poteri psionici) che flirta, si imbarazza, si arrabbia, è goffa in alcune cose ma sicura in altre e il fatto che sia in sovrappeso è, semplicemente, un tratto fisico come può essere il colore dei capelli o degli occhi. Certo il personaggio è forte ma, nel marasma dei supereroi che troviamo nelle edicole e librerie, ”grasso è normale” non mi basta come tratto distintivo e certo la storia imbastita dal Judy Houser per questa miniserie, no offre molto di cui ricordarsi. Discorso diverso per i disegni: se Francis Portela si fa notare per il tratto pulito e per lo storytelling efficace ma abbastanza standard, è con Marguerite Sauvage (che entra in scena nelle le parti oniriche e fantasiose) che Faith raggiunge il picco qualitativo. In definitiva un titolo che non sfigura di fronte a tanti titoli della concorrenza (anzi) ma che non spicca. Speriamo nella serie regolare.
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