Il volume che accompagna la retrospettiva dedicata a Joe Tilson intende tracciare, attraverso una cinquantina di opere, dagli anni Sessanta ad oggi, un significativo percorso antologico-tematico, che evidenzi in modo particolare lo sviluppo e l’approfondimento della ricerca dell’artista inglese intorno ai concetti di mito e di simbolo.Il catalogo comprende oltre a un saggio della curatrice Silvia Pegoraro (direttore artistico di Castelbasso Progetto Cultura -Settore Arti Visive) e a scritti dello stesso Tilson, un’antologia critica con testi di Omar Calabrese, Michael Compton, Enrico Crispolti, Gillo Dorfles, Marco Livingstone, Arturo Carlo Quintavalle, Pierre Restany.Joe Tilson nasce a Londra nel 1928. Fa parte di quella importante generazione di artisti (tra cui Frank Auerbach, R.B. Kitaj, Peter Blake, Allen Jones, David Hockney) formatasi al Royal College of Art. Ottiene il suo primo riconoscimento internazionale alla Biennale di Venezia del 1964, cui seguono molte importanti mostre internazionali.Per oltre quarant’anni il lavoro di Tilson si è svolto attraverso grandi costruzioni e rilievi, dipinti e sculture, grafiche e multipli: opere tutte di grande personalità, evocative e simboliche, ricche di significati e contrassegnate da una splendida fattura “artigianale”.Entrato nel movimento Pop inglese nei primi anni ’60, Tilson fu presto condotto in altra direzione dal chiarimento radicale delle sue idee più profonde e dalla disaffezione per gli odierni valori della vita urbana.Nell’ambito del movimento Pop, la personalità di Joe Tilson si caratterizza subito come una delle più forti e incisive: la sua ricerca imbocca una strada estremamente originale, ricchissima di implicazioni e sviluppi strutturali, linguistici, antropologici, poetici. L’artista londinese recupera, già ai suoi esordi, non solo il valore antropologico delle immagini moderne, ma anche il senso delle immagini archetipe della tradizione culturale, del nostro inconscio collettivo e individuale, rivitalizzandole attraverso il linguaggio contemporaneo e rendendo i simboli arcaici comprensibili e carichi di sollecitazioni e stimoli per la mente di un uomo di oggi.I temi scelti da Tilson per esprimere “il sacro in Natura” trascendono il tempo e attraversano varie culture, con particolari riferimenti alle mitologie preclassiche, alle civiltà Indiane d’America, al “Tempo del Sogno” degli Aborigeni Australiani, alle ricerche alchemiche...Segni strutturali e modulari - le lettere dell’alfabeto, i giorni della settimana, i simboli alchemici riferiti ai punti cardinali o ai quattro elementi base (terra, acqua, aria, fuoco), o le quattro stagioni, il mese lunare, il labirinto, la scala, gli enigmi, il gioco, le parole - si raccolgono in matrici stratificate dai significati universali.
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