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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2018
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Mentre nel "Bambino con il pigiama a righe" abbiamo come protagonista il figlio di un generale nazista leggermente viziato, nel "Il bambino in cima alla montagna" vediamo un ragazzino meno fortunato a cui nel giro di qualche anno muoiono tutti e due i genitori. Pierrot è un ragazzino sveglio e molto ingenuo: o è tutto bianco o è tutto nero;proprio come deve vedere il mondo un bambino. I personaggi sono ben descritti ma non trasmettono niente. Non riescono a suscitare empatia. Ero totalmente apatica mentre lo leggevo. Certo in alcuni punti ho sentito qualcosa,ma credo fosse più per il contesto storico che per i personaggi in sé. Nel corso del libro vediamo Pierrot cambiare. Infatti,dopo che conosce Hitler la sua mentalità diventa completamente tedesca. E questa evoluzione sarebbe davvero accattivante se solo fosse stata approfondita. Boyne non descrive e analizza la sua evoluzione. Nel libro si vede Pierrot che va a dormire la sera prima con la mentalità francese e si risveglia il giorno dopo con la mentalità tedesca. Sì,certo, c'è un episodio durante la sua permanenza in quella casa che lo tocca particolarmente;ma Boyne non può pretendere che un bambino dopo aver visto (SPOILER) la morte di due traditori cambi mentalità così da un giorno all'altro. Neanche in Beautiful fanno le cose così complicate. Scusate se faccio spesso confronti con "Il bambino con il pigiama a righe" ma mi piace analizzare l'evoluzione di Boyne dal suo primo libro uscito in Italia all'ultimo uscito(ovvero questo). Mentre nel "Il bambino con il pigiama a righe" la storia non è solo uno scenario ma diventa quasi la protagonista,in questo libro la storia non è il centro della vicenda. Il centro della vicenda è l'animo di Pierrot,la sua EVOLUZIONE. Insomma avete capito no? Avrei voluto fosse approfondita meglio. Una cosa molto carina secondo me,è la comparsa in questo libro di alcuni personaggi del "Il bambino con il pigiama a righe". Compare infatti Bruno con la sua famiglia e anche il generale Kotler. Nel complesso il libro è scorrevole ma non è nulla di speciale.Lo stile di Boyne è semplice(almeno nei libri per ragazzi), andando avanti con la mia esplorazione nel mondo di Boyne vedrò quali novità usciranno fuori.
Mi stupisce che questo libro, al momento, abbia solo una recensione. L'ho comprato "fidandomi" dell'autore che mi aveva incantata in precedenza con "Il Bambino con il pigiama a righe". Con questo nuovo romanzo Boyne non fa che confermare le sue grandi doti di narratore. Il protagonista è Pierrot, un bambino di madre francese e padre tedesco, un reduce della Prima Guerra Mondiale. Pierrot è calato nella situazione dell'Europa appena prima della Seconda Guerra Mondiale. L'ambiente familiare in cui cresce rispecchia da vicino le tensioni che si stavano delineando e in particolare il malcontento tedesco. La storia è appassionante. Benchè gli orrori della guerra vengano rappresentati solo come un'eco lontana, "l'orrore" viene a galla a poco a poco, grazie a una narrazione coinvolgente che non lascia mai spazio a rallentamenti o vuoti. Lo consiglio vivamente.
Recensioni
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