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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2016
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Chi conosce Grisham sa che attraverso i suoi legal thriller propone ai lettori temi sociali e d’attualità, in forma non di saggio, ma di romanzo, rendendoli così più fruibili e “pop”, se mi si passa il termine. In Io confesso, a differenza che in altri romanzi dello stesso autore, la Giustizia arriva tardi, perché politica e interessi vari, che con la Giustizia nulla hanno a che vedere, la distorcono e la ritardano colpevolmente. Esso tratta della pena di morte, in vigore in diversi stati americani (tra cui il Texas, in cui principalmente è ambientata la vicenda) e, oltre a mostrare il rischio di condannare alla pena capitale un innocente, evidenzia l’assurdità della procedura con cui questa viene eseguita (forse con l’intento, da parte del legislatore, di renderla asettica e di allontanare qualsiasi responsabilità da sé e da chi la commina?). Il romanzo è scorrevole, ben scritto e merita di essere letto anche da chi non ama il genere.
IO CONFESSO é un romanzo che fa entrare il lettore nel vasto e complesso mondo della legge americana sulla pena di morte, svelandone le tante lacune e incoerenze, e lo induce a riflettere su come la pena di morte sia uno strumento discutibile. Grisham non può fare a meno di porre la questione della discriminazione razziale, o di come i media e l'opinione delle masse siano capaci di infangare o scagionare un uomo in base a come va il vento, e ancora di come sia snervante e crudele l'attesa di un condannato nel braccio della morte. É senz'altro scritto bene, molto dettagliato, corposo sì ma a mio avviso non noioso; forse il ritmo in certi momenti è fin troppo lento e molti particolari potrebbero essere ritenuti davvero poco utili allo sviluppo della storia, ma nel complesso è un buon legal-thriller. Consigliato in particolare a chi è amante del genere e dell'Autore.
Questo è il primo libro che leggo di Grisham, quindi non sono né un'esperta sul genere, né sull'autore, né una "devota". La mia opinione è che la trama del libro l'ho trovata molto interessante, ma leggendola non mi ha veramente coinvolta e la lettura l'ho trovata poco scorrevole, pensavo di finire il libro in poco tempo perchè quando ti prende non riesci a smettere per arrivare alla fine e sapere come va, invece no. Io non ho trovato un protagonista assoluto della storia...chi è?Il pastore luterano che ascolta una confessione particolare, o un galeotto che sta per avere la libertà vigilata, o ancora un ragazzo che sta per vivere gli ultimi suoi giorni sulla terra, un avvocato che fa di tutto per salvare il proprio cliente, la corruzione, la giustizia, o infine la pena di morte? Beh, io non saprei risponde...perchè ho trovato un po' tutti protagonisti e questo aspetto l'ho apprezzato. Diciamo che avrei preferito che la storia si svolgesse in tempi più approssimativi, ho trovato il racconto troppo lungo e a volte sprechi di pagine per dire cose poco rilevanti a parer mio. Il fatto di trovarmi di fronte al finale della storia, che non avrei mai pensato, verso metà libro mi ha spiazzato (in senso positivo) e posso dire che da quel momento in poi mi sono coinvolta un pochino di più. Beh sui personaggi che dire...ho amato veramente in maniera intensa l'avvocato Robbie Flak con la sua costanza nel credere e difendere l'innocenza del suo cliente, con la sua sfacciataggine e la sua sincerità, con la volontà di fare causa a tutti i colpevoli in maniere così plateale e soprattutto con tutto il suo team. Devo dire sinceramente che quando sono arrivata al giorno dell'esecuzione, o meglio al momento, beh le lacrime sono scese da sole, senza che me le aspettassi. Complimenti all'autore che ha avuto il coraggio e la testa di trattare un argomento così delicato, soprattutto perchè in America queste cose potrebbero succedere veramente, e mi ha inculcato alcuni aspetti sui quali non ero per niente a conoscenza. "...è un mondo malato quello in cui si uccidono persone perchè si ritiene di averne il diritto."
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