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Pubblicazione che si basa su una debolissima ipotesi investigativa e su un sillogismo anch’esso alquanto debole: il dottor Mengele nei suoi esperimenti ad Auschwitz si occupava di scoprire le ragioni dei parti gemellari. L’autore non porta una prova scientifica che possa avvalorare la sua suggestiva tesi e neppure testimonianze sulla presenza del dottor Mengele nella città di Candido Godoi. Si sa solo che l’Angelo della Morte abitò in Argentina e in seguito in Brasile, in Paraguay ed Uruguay nelle vicinanze dell’aria interessata. Troppo poco. Pur tuttavia ci sono interessanti punti di riflessione. Mengele, spiega l’autore, da biologo si inserisce pienamente nel filone della “disciplina medica «inventata» dai nazisti negli anni Venti del secolo scorso, che era formata da due componenti: la prima ricavata direttamente dalle scienze naturali (antropologia fisica convenzionale e medicina positivista), la seconda ideologica, che culminava nell'idea di un immutabile ordinamento gerarchico del sangue.” Eugen Fischer, uno dei “maestri” di Mengele, divenne il più significativo esponente della «scienza della razza» e nel 1927 fu nominato direttore del nuovo Istituto di antropologia ed eugenetica Kaiser Wilhelm di Berlino e incaricato della cattedra di antropologia alla Friedrich Wilhelm Universitàt. “Concetti come «ereditarietà» ed «eugenetica» uscirono ben presto dai ristretti limiti del discorso accademico per entrare a far parte della conversazione quotidiana.” Quindi ben prima della presa del potere da parte di Hitler Quindi la politica di potenza e razzista di Hitler trova terreno fertilissimo in quella pseudo scienza che circolava nelle università tedesche ma non solo. Per non parlare poi degli esponenti delle varie correnti filosofiche. Pubblicazione di scarso rilievo e interesse. Traduzione non sempre all’altezza.
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