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Testo molto veloce da leggere ma allo stesso tempo profondo, efficace, scritto magnificamente. Il tema è semplice: uno scontro che dura una vita intera. Grazie a questo elemento i due protagonisti vengono dipinti molto nel dettaglio e nella lettura è quasi impossibile parteggiare sempre per lo stesso spadaccino. Romanzo a tratti psicologico, crudele, esasperante, un capolavoro insomma!
Questo è un Conrad decisamente diverso da quello più conosciuto, almeno da me, e cioè il Conrad di Tifone, Lord Jim, o di Cuore di tenebra ma non per questo meno intrigante. Anzi, a ben pensarci, non mancano anche qui tematiche presenti negli altri lavori. Questo breve romanzo va ben oltre, infatti, la semplice narrazione di avvenimenti storici e suscita molti spunti di riflessione. Attraverso le vicende che contrappongono i due protagonisti si possono adombrare le vicende che contrappongono Napoleone all’Europa, si evidenzia poi la frizione sempre esistita tra l’antica nobiltà, rappresentata dal generale D’Ubert, pur presente non solo nella società ma anche tra le file dell’esercito napoleonico e quel nuovo ceto sociale emergente, che viene dalla borghesia o dalla campagna, rappresentato dal generale Feraud. Però si possono cogliere anche echi di rimpianto della giovinezza passata e l’associazione di questa con lo stato di guerra!! Benché il motivo del duello rimanga assurdo fino alla fine, la contrapposizione tra i due protagonisti coinvolge non solo il codice d’onore, ma anche l’amor proprio, la vita e l’anima stessa. Pur nella loro diversità sembrano due gemelli siamesi, dei quali l’uno non può fare a meno dell’altro. E’ come, infatti, se l’uno fosse l’ombra dell’altro; insieme però compongono il tutto, l’unico!
Rieccolo quel Conrad che mi era piaciuto la prima volta: dopo il primo libro che ho letto, La linea d'ombra, gli altri due non mi avevano entusiasmata. Con questo invece è assolutamente un sì. Un romanzo breve ma intenso, due uomini D'Hubert e Feraud e un duello che dura una vita intera. Paradossale come il tutto comincia, quasi folle ed esasperante a lungo andare soprattutto se, come la sottoscritta, si finisce per parteggiare per D'Hubert. Anzi, sinceramente, ho inizato parteggiando per lui fino alla fine. Di Feraud possiamo anche trovare un lato tragico volendo, ma è esattamente il tipo di persona che nella vita reale non sopporterei: un duello iniziato per motivi ridicoli, talmente ridicoli che nessuno oltre i due protagonisti ne è stato a conoscenza per molto tempo, portato avanti per una vita intera e corredato da calunnie e invidia gratuita perchè sì. Eppure quanto è stata bella la parte dove i due combattono fianco a fianco durante le campagne napoleoniche..a dimostrazione di quanto tutta la storia del duello sia totalmente folle! Non si parla di onore, o meglio sì se ti chiami D'Hubert! Se ti chiami Feraud si parla di capriccio momentaneo finito fuori controllo per anni. Sono stata davvero contenta di ritrovare il Conrad che mi era piaciuto. Anzi, credo mi sia piaciuto più questo de La linea d'ombra
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