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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2012
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Woody Allen confessa di non sapere nulla quando arriva sul set e di lasciarsi ispirare dalle sensazioni. Bertolucci, invece, che la camera da presa è un personaggio invisibile che entra ed esce nella storia. Tim Barton confessa il suo amore per il grandangolo (di cui in realtà ci eravamo accorti ma di cui è bello scoprire il perché). Questo libro, L'occhio del regista a cura di Laurent Tirard ed edito da Minimum Fax, ci racconta questi ed altri aneddoti . Tirard è un critico cinematografico che ha raccolto 25 interviste fatte con grandi maestri del cinema contemporaneo. Da Woody Allen a Bertolucci, da Wenders ai fratelli Cohen, Almodovar e molti altri. Sono vere e proprie lezioni di cinema che indagano il rapporto che hanno con gli attori sul set, lo studio della sceneggiatura, la scelta delle inquadrature, il montaggio. Ognuno di loro ha un approccio diverso che ci fa capire come quello del regista sia un mestiere senza regole scritte. Un libro pieno di curiosità che consiglio a chi ha voglia di indagare nel mondo della regia cinematografica.
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Un viaggio interessante tra i vari metodi che i registi usano per dirigere un film, coordinando la moltitudine di persone che collabora alla sua realizzazione.. Quanto al rapporto tra regia e sceneggiatura, uso degli obiettivi e dei movimenti di macchina e rapporto con gli attori c'è una interessante varietà di atteggiamenti. Su un punto sembra esserci un quasi totale accordo: la ritrosia a insegnare il cinema perché questo si apprende vedendo e facendo i film.
Un interessantissima raccolta di 25 maestri (tranne uno ma è contestualizzata la sua presenza) di cinema che condividono i loro metodi e i loro processi mentali su come concepiscono e girano le loro opere.
Recensioni
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