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Lettura davvero unica nel suo genere, trama avvincente e diversa dal solito, amo Denton e amo paolo, ho letto solo il primo della duologia ma presto prenderò anche il secondo perchè mi ha davvero colpita, lo consiglio lo consiglio lo consiglio, non smetterò mai di dirlo!
L’idea dietro al romanzo di Deathdate è sicuramente originale: un mondo in cui alcune nazioni, come gli Stati Uniti, hanno introdotto la datazione di morte obbligatoria. Cosa succederebbe se ognuno di noi potesse conoscere con certezza quando morirà? Quanto cambierebbe la sua visione delle cose e il suo comportamento? E’ a questa domanda che dovrebbe rispondere il libro di Lance Rubin, ma purtroppo non ci riesce. Denton Little, il protagonista, è un prematuro, cioè morirà prima dei 21 anni. Ma il giorno prima della sua data di morte iniziano ad accadere delle cose strane e Denton inizierà a riconsiderare alcuni aspetti della sua vita, in una corsa contro il tempo. All’idea sicuramente inedita della storia, si affianca una narrazione ironica e “giovanile” che, per caso o per scelta dell’autore, toglie tutta la drammaticità della situazione e rischia di non farci intendere i motivi dietro ai comportamenti dei personaggi, che affrontano gli avvenimenti con spensierato entusiasmo, senza veramente approfondirli a dovere.
La trama pare interessante a primo acchito (ragione per cui ho presto questo libro), l’ambientazione, oserei dire, distopica in cui ognuno conosce la data della propria morte fin dalla nascita è qualcosa di difficile da trovare in un libro e per questo intrigante. Peccato poi che il protagonista si mostri decisamente patetico e piatto, la storia abbastanza prevedibile e soprattutto con un andamento lentissimo! Le (dis)avventure del protagonista avvengono nel giro di una giornata (24h o poco più), e il libro segue tutto passo-passo cadendo così in momenti vuoti di qualsiasi rilevanza per passare poi, nelle ultime 50 pagine circa, a far succedere mille cose contemporaneamente. Nonostante io abbia letto il libro mesi fa non sono ancora in grado di capire se mi sia piaciuto o meno, sopratutto perché le ultime pagine meritano, ma tutta la prima metà decisamente no. Un libro nella norma, ottimo come lettura spensierata da ombrellone.
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