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Lidija Cukovskaja, figlia di un celebre storico della letteratura, conobbe la Achmatova nel 1938. A quel tempo il marito della Cukovskaja era già stato ucciso, ma lei non lo sapeva e lottava per salvarlo. Quanto al figlio della Achmatova, era stato arrestato per la seconda volta. Cominciò allora un periodo, intensissimo e desolato, in cui la Cukovskaja andò a vedere la Achmatova quasi ogni giorno. Registrava tutto nella memoria, unico rifugio: i gesti, i giudizi, le poesie, che erano materia altamente pericolosa. In quel periodo avvenne «la tremenda metamorfosi della raffinata poetessa acmeista “da camera” in altissima voce tragica attraverso cui parlavano milioni di russi resi muti dall’orrore» (Serena Vitale). Tutto questo – a partire dai dettagli quotidiani fino ai lucidissimi giudizi letterari e alle sublimi civetterie della Achmatova – si può vivere momento per momento negli Incontri, che rimarranno un’opera capitale sugli anni più neri di quell’«unico paese al mondo dove si uccide per una poesia» (Nadezda Mandel’štam).
Incontri con Anna Achmatova 1938-1941 fu pubblicato in lingua russa, in Francia, nel 1976 ed è apparso in Unione Sovietica nel 1989.
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