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Se amate le atmosfere noir, le estati scandinave e i romanzi profondamente sociologici, Annabelle è sicuramente il romanzo per voi. Non aspettatevi un thriller da cardiopalma, quanto più un romanzo emozionante, che vi saprà colpire, sorprendere e che vi spezzerà il cuore un po’ alla volta. Charlie è una donna segnata da profonde cicatrici, e l’unico modo che ha per tenere insieme i suoi pezzi è l’abuso di alcol, combinato con pasticche e sesso occasionale. Qualsiasi cosa possa farle sentire una piccola scintilla, o non farle sentire niente. Ma Charlie non ha ancora chiuso con il suo passato che tanto cerca di dimenticare, dovrà affrontarlo ancora una volta e tornare nel paesino dov’è cresciuta, dove tutti i suoi brutti ricordi tornano a galla, svelando segreti che mai avrebbe immaginato, mentre indaga sulla scomparsa di Annabelle. A tratti mi ha ricordato Camille di Sharp Objects, con una storia familiare molto diversa ma con la stessa capacità di capire al primo sguardo le persone intorno a lei e con l’insano talento di autodistruzione. Le indagini seguono infinite piste tortuose, portando il lettore a interrogarsi su ogni minimo particolare, per poi sfumare in un finale del tutto anticonvenzionale. Buona parte del libro, però, si concentra sulla scoperta del passato dell’investigatrice, più che sul caso a cui sta lavorando, e questo mi ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca, la suspence è tanta, ma mi aspettavo un’indagine più accattivante. Interessante, invece, il ritratto della Svezia che emerge da questo romanzo: una periferia disagiata, in condizioni arretrate, dove la gioventù sfiorisce a causa dell’uso di droghe e dell’abuso di alcol. Dalla seconda metà del libro, questa realtà di violenza, disagio e alcolismo diventa protagonista e il dramma familiare prevale sul noir, concentrandosi sulle difficoltà dei giovani della zona e sulla situazione delle loro famiglie. La scrittura di Lina Bengtsdotter è affascinante e intrappola il lettore in una prosa asettica, fortemente ritmata, con descrizioni quasi chirurgiche che ti lasciano con il fiato sospeso. Ci è vorrà un po’, ma una volta digerito il finale nichilista e la tristezza degli eventi, vi renderete conto di quanto questo romanzo sia anticonformista e geniale.
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