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Fantastico libro per rivivere i classici lirici greci. Con traduzioni poetiche
...del verde pallido ulivo"( Anacreonte, trad.di S.Quasimodo ). I lirici greci ( VII - VI sec. a.C. ed oltre ) ci affascinano ancora oggi per la sublimità dei loro componimenti, per l'universalità e la specificità dei temi e per la forte componente emotiva che li connota. Nei testi, oltre ai contenuti, assumono grande rilievo anche il lessico, la metrica e le figure retoriche; tali elementi, nell'insieme, danno vita a microcosmi poetici perfettamente realizzati. In particolare Salvatore Quasimodo in questa silloge di sue traduzioni ( con testo originale a fronte ) ci propone, solo per fare qualche rapido cenno, l'ampio repertorio sentimentale-erotico di Saffo ( cito ad es. "A me pare uguale agli dèi" ) oppure il particolare misticismo presente in Alceo ( ad es. nell'inno dedicato "Ai Dioscuri") o la violenza verbale insita nelle invettive di Archiloco (ad esempio nella maledizione rivolta "All'amico d'un tempo") o, ancora, le soavi descrizioni paesaggistiche formulate da Ibico ( ad esempio in "Albero in riva al fiume" ) o le riflessioni etiche di Simonide di Ceo ( ad es. nell'encomio "Per i morti alle Termopili" ). Vale la pena ricordare che Quasimodo pubblicò questa antologia nel 1940, ottenendo dalla critica e dal pubblico entusiastici consensi ma, nel contempo, provocando anche lo scetticismo e lo sdegno di alcuni illustri accademici nonché filologi; costoro, infatti, accortisi di certe libertà o inesattezze, ipotizzarono che il letterato, già noto in Italia come esponente dell'Ermetismo, non conoscesse bene il greco antico e avesse addirittura copiato da altri testi. Senza entrare ulteriormente nel merito della questione, ritengo comunque determinante, per fugare dubbi più o meno pretestuosi, un'attenta analisi del "Chiarimento alle traduzioni" scritto, all'epoca, dallo stesso autore come opportuno corollario dell'opera. Personalmente continuo a ritenere coerenti ed appropriate le soluzioni quasimodiane, soprattutto perché testimoniano il superamento delle canoniche versioni di tipo scolastico a favore di una resa in italiano meno rigorosa, anche se passibile di sterili polemiche, ma intimamente connessa allo spirito poetico originario.
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