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Terzo ed ultimo capitolo per la saga de Il gioco proibito. Il salvataggio di Zach e Tom è l’unica cosa che conta ormai per il gruppo di amici rimasti e non rimane nient’altro da fare che accettare la sfida di Julian. L’inizio balbettante sembra solamente fine a se stesso, come un tentativo di allungare il tutto, invece quando la storia prende piede grazie all’arrivo nel mondo delle ombre il tutto acquisisce un suo perché e l’atmosfera cupa e violenta che ne nasce è incredibilmente riuscita grazie all’ambientazione che ricorda i classici horror per ragazzi. Peccato che nel bel mezzo dei momenti più concitati arrivi Julian e porti con se i difetti più evidenti dell’opera (o dell’autrice?); innanzitutto si percepisce il brusco rallentamento della narrazione dovuto alle prolisse descrizioni di sentimenti, percezioni e quant’altro che sfruttano un numero spropositato di metafore e simbologie anche per le cose più semplici, anche se il peggio si ha quando complessivamente paragonerà il colore degli occhi di Julian a circa una decina di scenari diversi (tramonti, ecc ecc…), mentre lo stesso subisce un vistoso cambiamento rispetto ai due libri precedenti nel quale sembrava un cattivo che semplicemente perseguiva ogni mezzo per ottenere la ragazza, invece comincia a mostrare un lato fragile che degenererà in un finale permeato di buonismi vari rendendolo clamorosamente banale e pacchiano. Anche gli altri personaggi subiranno dei cambiamenti più o meno repentini ma è il risultato di una discreta caratterizzazione dei personaggi secondari che a tratti spiccano anche sopra la protagonista stessa (che a tratti saprà risultare irritante), cambiamenti dovuti anche al passaggio migliore dell’intero libro: già negli altri i ragazzi dovevano affrontare le loro paure fisiche, ma in questa occasione dovranno affrontare quelle psicologiche e anche se il tutto è inserito alla spiccia è comunque una fase gradevole. Il gioco proibito sarebbe una buona trilogia leggermente horror a sfondo gotico, che punta molto sulle atmosfere e sulle idee di giochi violenti e oscuri. Nonostante l’inizio originale ed intrigante prosegue in modo altalenante e si conclude in modo banalmente benevolo con qualche avvenimento forzato, ma vanta una caratterizzazione dei personaggi secondari ottimante curata che risulteranno più riusciti degli odiosi protagonisti (il cattivo incompreso, la ragazza pura e generosa ed il ragazzo dalla personalità inesistente che si nota solo in un paio d’occasioni, sembra quasi solamente un peso) e affronteranno le loro paure in modo interessante, anche se in modo diretto ed esplicito. Una trilogia consigliata anche a chi non ha mai letto l’autrice perché nei pregi e nei difetti reincarna perfettamente lo standard dell’autrice.
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