La monografia presenta una selezione di fotografie realizzate dal 1967 al 2016 e che documenta l’ampia e rigorosa ricerca d’immagini di una “fotografia in viaggio”, intesa come strumento di lettura socioantropologica del tessuto sociale e culturale dei territori esplorati, dagli Stati Uniti agli Emirati Arabi, da Cuba ai Balcani e alla Russia. Un’indagine connotata da un approccio fortemente sarcastico e capace di continue incursioni nella sfera dell'ordinario e del trash al fine di raccontare quel vivere quotidiano che rivela il paradosso dell’orribile ma rassicurante familiarità.La grande passione verso il realismo americano di Edward Hopper, la matrice americana del colore di William Eggleston e Stephen Shore, insieme a un singolarissimo interesse verso tutti quei fenomeni di convivenza tra realtà e simulazione (dove gli apparati pubblicitari prendono il sopravvento sulle superfici degli spazi pubblici) rendono la fotografia di Galli radicalmente innovativa.Questo prezioso volume contiene, oltre all’analisi del curatore del volume, Roberto Lacarbonara, una brillante conversazione con l’artista che permette di ricostruirne la vicenda umana e professionale, in “quell’elastico teso tra il mondo e la casa-studio” che fa di Luciana Galli la memoria storica della sua città (Bari) ma anche un’attenta analista delle metamorfosi metropolitane globali, comunicative e relazionali.Luciana Galli è nata nel 1942 a Bari dove si è formata negli studi giuridici. Ha tenuto numerose mostre personali e collettive nelle quali ha sviluppato i generi del reportage, della fotografia industriale e di quella d’ambiente e costume. Diverse le sue esperienze nel campo della comunicazione e del linguaggio visivo applicate alle tematiche della fotografia di architettura, del restauro di opere d’arte e del paesaggio urbano ed extraurbano.Sue fotografie sono conservate in collezioni pubbliche (Istitut Lumière di Lione, Fondo di fotografia italiana della Pinacoteca provinciale di Bari, Museo della Fotografia del DAU del Politecnico di Bari) e private. Ha collaborato con la testata “la Repubblica”.
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