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L'unico modo per leggere questa graphic novel è tutto di un fiato. Si inizia a leggere magari anche con un po' di sufficienza, vista la complessità dell'argomento, e invece ti prende e non ti abbandona più neanche quando hai finito di leggere, vorresti non finisse mai, ma più leggi più ti arrivano sberle in faccia e vorresti che finisse. Senza volergli attribuire necessariamente obiettivi didattici resta il fatto che è un libro che dovrebbe essere adottato in tutte le scuole se si vuole spiegare il fenomeno camorra, la sua violenza, la sua brutalità, la sua pervasività in tutti gli strati della società. Come per certe serie tv di successo un lettore non napoletano potrebbe avere difficoltà a calarsi nell'ambientazione, potrebbe sembrare tutta fiction, ma da napoletano posso assicurare che la realtà supera l'immaginazione. Quello che viene fuori, secondo me, è che il bene e il male sono strettamente intrecciati, esattamente come la società napoletana dove consapevolmente o meno tutti direttamente o indirettamente devono fare i conti con la camorra.
L’appena tredicenne Clelia scorrazza per Napoli con la sua vespa. Sta andando al funerale di un ragazzo che neanche conosce, ma che è stato ammazzato dalla polizia e, quindi, è un eroe. Non è un’ingenua Clelia, suo padre lavora per la camorra e non ha mai fatto mistero alla figlia sulla provenienza dei loro soldi. Conosce già il mondo del crimine e già ne è affascinata. A tredici anni, però, Clelia è ancora una romantica e sogna una storia d’amore tormentata come la sua omonima de “La Certosa di Parma” di Stendhal, ma il destino avrà in serbo per lei ben altro che l’amore. Il compianto Luigi Bernardi scrive una storia di e sulla camorra, ma lo fa a modo suo partendo dalla scelta del protagonista. O meglio della protagonista. Clelia non ha niente da invidiare ai suoi “colleghi” maschi in quanto ad ambizione, crudeltà e mancanza di scrupoli, ma ha paio d’armi in più che non esita a sfruttare per i propri scopi: la sua sensualità e il proprio corpo tramite il quale piega ai suoi voleri uomini potenti o semplicemente utili alla causa. La narrazione è in prima persona, è la stessa Clelia dal futuro a narrarci la sua storia; una storia personale di vendetta, rabbia, sete di potere e ricchezza che si incastra perfettamente nella storia con la S maiuscola. Bernardi è un narratore di razza, profondo conoscitore di cronaca nera ed utilizza fatti realmente successi a Napoli e dintorni, come il terremoto dell’Irpinia, il rapimento Cirillo e le varie lotte ed alleanze tra clan camorristici come perfetto contraltare alla vicenda completamente immaginaria di Celia C. (l’autore astutamente non ne svela mai il cognome, suggerendo volutamente un doppio legame con la Clelia Conti di Stendhal). La profonda conoscenza che ha l’autore sull’argomento trattato ha il pregio di rendere interessante anche una seconda lettura, quando il lettore ormai a conoscenza della trama principale può soffermarsi sui dettagli secondari come il metodo tutt’altro che scontato con cui la camorra ricicla il denaro sporco negli immobili del nord-est o negli ambienti borsistici. Visto l’argomento principale, sarebbe stato facile cadere nel falso moralismo o nel didascalico ma ciò non accade mai, la narrazione è serrata ed i dialoghi sono asciutti e taglienti come una storia “nera” che si rispetti. Se l’anima nera di Clelia è di Bernardi, lo sguardo glaciale e l’aria grintosa, ma comunque femminile, è merito di Grazia Lobaccaro che con pochi tratti riesce a delinearla in maniera perfetta anche nelle minime espressioni. Con tratto nervoso e deciso e un uso sapiente dell’arte sequenziale riesce a ricreare in maniera magistrale sia le scene più intime sia quelle più movimentate descrivendo una Napoli complice e dura, grazie anche alle mezzetinte di Fabio D’Auria, anch’esse nette e spigolose quasi a voler evidenziare ancora di più la differenza tra chiaro e scuro, bene e male. La lettura di Carriera Criminale di Clelia C. è avvincente, non lascia tregua, e trasmette un senso di pericolo del quale non ci si libera nemmeno a fine lettura. Un pericolo che non si riesce ad affrontare in quanto troppo grande ed ormai incontrollabile, come ci dice lo stesso Bernardi nell’illuminante e spiazzante introduzione al volume.
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