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Concordo pienamente con quanto asserito qui di seguito dal prof. Angelo CAPPELLO a proposito della seconda fatica letteraria di Luigi MAZZOTTA, “PRIMA DELL’ERASMUS – Storia di giovani a Firenze negli anni ‘60”—Schena Editore 2018: “L’autore, nel suo raccontare, sa ben coniugare la storia personale assieme con gli echi delle multiformi istanze innovatrici, avanzate negli anni ’60 soprattutto, ma non solo, dai giovani, intrecciandole magistralmente in un corpo unico, immerso appunto in quel clima di ricostruzione, di svecchiamento, di sogni e di speranze, ed oggi ripensato in una sorta di memoriale florido e ricco di una fascinazione eccezionale, che le epoche più recenti non hanno più potuto o saputo esibire. In effetti, quelli, furono anni forieri di una rivoluzione culturale e sociale copernicana senza precedenti, stagioni suggestive di forte rimpianto per chi, suo malgrado, non ci potè essere, o di struggente nostalgia per chi invece ci fu, e magari le attraversò pure da protagonista, testimoniando per la prima volta l’indubitabile attitudine anche giovanile a prendere in mano le redini di una società, fino ad allora appannaggio esclusivo degli adulti, o più spesso degli anziani. Insomma, tra le pagine accattivanti e scorrevoli della narrazione, si compie ancora una volta un vero e grande miracolo: una piccola e comune storia autobiografica, con le sue avventure o disavventure umane, consumate nel calore e nel colore del semplice e limitato ambito dei propri sogni e sentimenti personali, improvvisamente veste i panni di quelle grandi ed importantissime, divenendo la cifra e l’emblema di una intera generazione, di un universo per alcuni ormai quasi del tutto scontato e ignorato, o in via di un suo lento e graduale riflusso e riconversione.”
Un piacevolissimo viaggio nel passato attraverso il racconto di uno studente fuori sede nella firenze degli anni '60. Il racconto in prima persona fatto di esperienze di vita vissuta ti permette di fare un vero e proprio salto nel tempo. Nel complesso ben scritto e molto interessante. Sicuramente una lettura consigliata.
Nello splendore di una Firenze anni '60, altera e dignitosa anche nei momenti più critici della sua storia, l'autore, alla seconda esperienza nella narrativa, ci introduce ai ritmi quotidiani della vita da studente lavoratore fuori sede. Le ansie, le avventure amorose, le amicizie, sono descritte in maniera composta e minuziosamente dettagliata, ma nello stesso tempo piacevolmente vivace e varia, come' è giusto che sia il racconto di una gioventù che certo poi, d'altra parte, non è mai stata del tutto spensierata.E' la storia di una generazione postbellica che si è distinta per aver raggiunto importanti obiettivi, e per aver prodotto, sotto la spinta di una sana e radicata ambizione, un notevole salto qualitativo, sia culturale che economico, rispetto alle origini. La fluidità ed una certa freschezza nella narrazione credo suscitino, (come è successo a me) qualche gradevole momento déjà-vu nel vissuto di tanti tra noi lettori diversamente giovani.
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