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Brutte notizie. Come l'Italia vera è scomparsa dalla TV
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Brutte notizie. Come l'Italia vera è scomparsa dalla TV - M. Luisa Busi - copertina
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Brutte notizie. Come l'Italia vera è scomparsa dalla TV

Descrizione


C'è quella da cartolina, dove si mangia bene e i problemi non esistono o, alla peggio, si risolvono da soli. E c'è poi un'altra Italia fatta di povertà emergenti o consolidate, di disoccupazione e precariato, di mercificazione delle donne, di conflitti d'interesse, di uso politico dei media. In un Paese normale, un giornalista del servizio pubblico dovrebbe avere il diritto (e il dovere) di raccontare tutto questo. Ma da noi non funziona più così. Lo dimostra Maria Luisa Busi, volto di punta del Tg1 delle 20 che, dopo anni di carriera, nel maggio 2010 ha lasciato la conduzione, perché non condivideva la linea editoriale del nuovo direttore. "Brutte notizie" spiega come il telegiornale più seguito, quello che per vocazione dovrebbe dare spazio a tutte le voci e le idee, è venuto meno al suo compito. Facile ottimismo, montaggio delle notizie spesso tendenzioso, informazione che si snatura in intrattenimento: così, quello che dovrebbe essere lo specchio fedele di un Paese deforma la realtà quotidiana di un'Italia stretta nella morsa della crisi economica e sociale. Un libro che è un atto d'accusa dei meccanismi di manipolazione, ma diventa anche denuncia delle notizie oscurate - dalle condizioni dei terremotati dell'Aquila alla propaganda mediatica sull'immigrazione, dall'affaire Alitalia alle vite scritte a matita di milioni di precari e senza lavoro - e restituisce finalmente voce agli invisibili di cui alcuni non vogliono sentire parlare.
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Dettagli

2010
17 novembre 2010
267 p., Rilegato
9788817047630

Valutazioni e recensioni

SARA VECCHIET
Recensioni: 3/5

E' un libro che racchiude circa 20 anni di storia italiana, vissute in prima persona da una bravissima giornalista... molto difficile da leggere per una persona che come me è amante dei romanzi.. in quanto la scrittura è un filo conduttore tra i pensiere della scrittrice che passa nella sua mente da un evento all'altro .... interessante per approffondire una storia vista con gli occhi di chi ha visto e sentito tanto, ma ha potuto raccontare poco di tutto quello che è successo in Italia negli ultimi anni.... CONSIGLIATO.

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Gloria Gaetano
Recensioni: 5/5

Credevo di leggere un libro di cronache , notizie, magari brutte; invece mi sono trovata a gustare le pagine di un diario di una donna che fa la giornalista, che ama il suo mestiere, che s’interseca con la vita dei cassintegrati, della romena Magda. E vedo aprirsi anche vari scenari: degli operai di Pomigliano, dei terremotati dell’Aquila. In questo libro M.Luisa esprime, infatti, un giornalismo caratterizzato da passione intellettuale, ostinata appartenenza, amore nascosto o anche discretamente esibito per la letteratura. La qualità dei racconti, che si amalgamano nella sua cifra narrativa personale e improntata allo stile di scrittrici come la Rasy, la Sereni, la Fusini, è certificata da un senso del ritmo narrativo svelto e personalizzato, raro fra i nostri scrittori, forse derivato dall'esperienza tutta particolare del suo mestiere. Le sue storie, pertanto, sono alimentate, nel loro assetto tematico, dalla cronaca e dall'esperienza del suo lavoro, mentre talvolta capita che la suggestione evocativa del linguaggio, lasci spazio a un’emotività controllata ma acutissima, a nostalgie intense ma discrete e suggestive. Oltre un secolo di letteratura ha dialogato con la realtà dell'informazione giornalistica, vedendo gli autori stessi impegnati contemporaneamente sul fronte letterario e su quello giornalistico .La tradizione in cui la giornalista si inserisce è quella, a noi contemporanea, delle scrittrici che hanno fatto o fanno giornalismo, Ortese, Murgia, de Gregorio , A. Roy e tante altre. Quando Maria Luisa va in Kelibia resta un po’ di tempo a parlare col massaggiatore, Fawzi. “Tu hai un male antico”, le dice Fawzi: “Vedo tanti stranieri, anche italiani, dice il ragazzo. Una fretta incredibile. Non si danno il tempo di parlare, di conoscere, solo il tempo di comprare qualcosa di cui non hanno bisogno, di cui non afferrano il senso, che forse nemmeno gli piace.” E li vediamo questi italiani nel villaggio turistico, che danzano , che passano la giornata con gli animatori, che non vedono l’incanto del mare della Tunisia. Cosi’ M.Luisa ci descrive due mondi: la gente semplice, lo scenario naturale, la piccola città di Kelibia, e questo popolo del Nord che sta lì come sta sulla riviera adriatica, che va in TUnisia solo per gli animatori, per essere “animati”. Già siamo in Tunisia, ma in realtà nel profondo dell’Italia. Quanto ci assomiglia questo villaggio. Un luogo dove si ignora tutto, non si vuole sapere, si vuole essere distratti da qualcosa che in realtà ci angoscia, chissà cos’è. E si ha paura di quel c’è fuori, di quel che non si conosce”. L’autrice ce la racconta quest’Italia fatta di nuove e antiche povertà emergenti, di disoccupazione e precariato, di mercificazione delle donne, di conflitti d'interesse, di uso politico dei media, di terremotati, di studenti che chiedono cultura, di immigrati che lavorano 12 ore al giorno, senza alcuna protezione sindacale. L’Italia di Magda di Simona di Sergio dei terremotati dell’aquila di Roberto. E di tutto l’elenco delle brutte notizie che i telegiornali non vorrebbero dare, per non intimorire quell’altra Italia, quella che simbolicamente potremmo definire ”del villaggio”, che assiste ai quiz, che ascolta canzonette neomelodiche, che danza selvaggiamente i balli sudamericani, e guarda l’Isola dei Famosi. E allora bisogna dare in tv le notizie che infondano ottimismo, mentre l’informazione si snatura in intrattenimento: così la tv non è lo specchio fedele di un Paese che deforma la realtà quotidiana ,di un'Italia stretta nella morsa della crisi economica e sociale. Perciò il libro è un atto d'accusa dei meccanismi di manipolazione, che è anche denuncia delle notizie oscurate. “Questa esasperazione del conflitto nello spazio mediatico non lascia spazio al giornalismo indipendente. Dopo le mie dimissioni sono stati in due ad appendere una lettera di solidarietà alla bacheca del TG!” L'autrice ha dato le dimissioni perchè “non credeva più nel giornalismo basato su parole dettate dall’arroganza del governo”, nella costruzione di una cronaca coerente con la propria narrazione politica, nell’illusione che a volte una parola servisse per spostare voti di qua o di là. Per questo ha scritto questo libro che parla anche dei meccanismi di scelta, taglio, delle regole della direzione al TG! E ce ne svela i retroscena. E riporta le parole della favola amara di un altro grande giornalista, Ennio Remondino: “ Siano notizie o prese di posizione sindacali, ciò che conta non è più la verità o la coscienza della persona, ma il gradimento da parte di chi comanda.... non vale più la dignità del sapere ma la forza del possedere”. E di tutto il nostro Paese M.Luisa fa un quadro complesso e completo: non è più un paese per giovani, non è per anziani, non è un paese per donne. E’ un paese di rendite, clientele, di corruzione. Per le donne anche è difficile vivere qui "Come in un loop infinito un’immagine femminile che è sempre quella, banalizzata e parziale; infatti la la tv e i comportamenti di molti politici contribuiscono a diffondere l'idea del controllo del corpo delle donne. Quindi l’Italia non è un paese per donne, né per bambini, che vengono trattati come consumatori e esseri un po’ stupidi o come adulti che si esibiscono in spettacoli da professionisti. Ma è un paese per pochi ricchi,con ville , yacht , che hanno conti bancari off shore., che vivono nelle loro isole, hanno scuole, università private, locali dove fanno festini, e si comprano le donne. Un paese di palazzinari arricchiti, che accumulano capitali di cui non si conosce l’origine,né il percorso. E’ il paese di mafiosi e camorristi, di clientele, clan, lobbies, scambi di favori e di voti, regali di mutui bancari. Come dice Ilvo Diamanti, la società italiana è una società in cui l’ideologia viene rimpiazzata con la fiducia nella figura del leader, l'organizzazione e la partecipazione con il marketing e la comunicazione, per spettatori, con una narrazione della politica che deve avere il suo gradimento. La favola viene ascoltata finché piace, perché la politica è una grande avventura mediatica,e continuerà a esserlo anche dopo Berlusconi. La narrazione è accattivante nella sua forma autobiografica e rivela la lettura la spontaneità della sua vita di donna, con i rapporti che intreccia, con i suoi affetti e la passione per il suo mestiere. Che si mescolano alle emozioni suscitate dalle persone che l’autrice ha incontrato, Mi piace concludere con le parole di Guglielmi, che ha dato l’impronta anni fa ai programmi di rai tre: “..In fondo, chi può stabilire se questi tempi siano o meno tristi? Ovviamente:chi li vive. Faccio fatica a riconoscermi in questo territorio informe, in questa plaga immobiliare per me senza senso; dove le relazioni personali sono povere e rarefatte, dove le persone si chiudono e si isolano, comunicano attraverso i cellulari, internet, i social network, dove le paure sono gli occhiali con cui guardiamo gli altri , dove gli altri arrivano nelle case e agli occhi delle persone attraverso i media, dove la politica è antipolitica, dove i partiti non sono più idee e associazioni ma leader e oligarchie, senza idee e senza associazioni; e vivono a pieno tempo nei telesalotti. Fatico a orientarmi dove gli stranieri appaiono nemici. Per questo ho - e, forse, abbiamo - bisogno di bussole. Per procedere e orientarsi nella nebbia, cognitiva ed emotiva, prodotta dal nostro tempo. " Perciò ho trovato nel libro, bellissimo e completo di M. Luisa, un primo sicuro orientamento, un modo, una chiave per capire la realtà complessa e offuscata dalla nebbia televisiva e da tutti i messaggi che ci bombardano, per pormi sempre domande. Ho la curiosità del ricercatrice, della studiosa, ma provo anche l’emozione nel leggere pagine ben scritte. Gloria Gaetano

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