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Anno edizione: 2018
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Manuel Vàzquez Montalbàn è stato romanziere, saggista, biografo, giornalista e gastronomo, tra i più famosi scrittori della nuova repubblica post-franchista e tra i più acuti osservatori della società e della cultura latinoamericana. La sua fama internazionale è dovuta al personaggio di Pepe Carvalho, detective privato protagonista di ventiquattro romanzi (uno dei quali ancora inedito in Italia), un volume di ricette e un monologo. "Assassinio al comitato centrale" (1981) è il quinto della serie. Pubblicato in Italia grazie all'innamoramento di Leonardo Sciascia, ha segnato l'inizio del grande successo internazionale di Montalbàn, diventato il giallista in lingua spagnola più letto, e amato, del mondo. Amatissimo anche da Andrea Camilleri, che gli ha dedicato il suo commissario Montalbano. Detective cinico e raffinato gourmet, Pepe Carvalho è uno dei personaggi più straordinari della narrativa contemporanea, e questo è un mistery intricato ma anche romanzo-cronaca sulla Spagna "del disincanto", come lo definiva l'autore. Non un semplice giallo, anzi c'è poco giallo. Dopotutto la storia sarebbe brevissima se non fosse per i periodi lunghissimi e articolati, in cui è facile perdersi, che poco c'entrano con la detection: offrono molta ironia sui giochi di potere, alcune immagini datate, spunti storici e politici su cui riflettere, ma potrebbero annoiare un classico lettore in cerca di un crime appassionante...
“Vado in una città che ha dato ai beni cultural-gastronomici della nazione soltanto un lesso, una frittata e una trippa." Così Pepe Carvalho, in partenza per Madrid, si congeda dal fedele Biscuter. Il partito comunista spagnolo ha subito il più grave dei lutti, e l’assassino sembra trovarsi tra gli stessi membri del comitato centrale. Con i suoi trascorsi di militante, Carvalho è l’uomo giusto per un’ indagine privata, voluta dai compagni. Intellettuali sarcastici o mistici e immacolati credenti nel progresso della società, suscitano in Carvalho ricordi indesiderati. Poi affiorano le trame di un disegno internazionale, sono molti gli interessati all’esito delle indagini: figure locali e personaggi d’importazione, senza alcuno scrupolo nel perpetrare violenze e torture per ottenere informazioni. Per il detective ci saranno notti insonni e percosse brutali, ma anche abbuffate catartiche e brindisi, dedicati a meritevoli e pericolosi decolleté.
Ulteriore tassello della lunga saga del detective Pepe Carvalho, "Assassinio al Comitato centrale" è un romanzo che vive a metà strada fra due binari: uno intimista, con il protagonista intento a fronteggiare il suo passato e i suoi difetti, accompagnando il tutto con le ormai celebri preferenze culinarie. Dall'altro lato, però, è il binario storico ad imporsi in questo romanzo, significativamente datato al 1981. Carvalho è coinvolto in un giallo che chiama in causa i membri principali del Partito Comunista spagnolo, tratteggiati in maniera precisa dall'autore nelle loro biografie movimentate e nelle loro divergenze ideologiche sull'interpretazione del passato storico di quella parte politica e sul diverso modo di concepire il futuro di un'ideologia ormai giunta ad un importante giro di boa. Su tutto il racconto aleggiano figure note a Carvalho, che inevitabilmente riaccendono in lui vecchi ricordi di una Spagna non lontana, in mano alla dittatura franchista. Il subcomandante Marcos, figura centrale della ribellione indigena del Chiapas, in una lettera inviata a Vazquez Montalban si presentò come lettore di "Assassinio al Comitato centrale": un esempio concreto dell'attenzione che un romanzo come questo può suscitare ancora oggi, da un punto di vista che permette di gurdare indietro di alcuni decenni quel giro di boa in cui Carvalho è chiamato ad operare.
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