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Anno edizione: 2024
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Il quarto capitolo di "Alla Ricerca del Tempo Perduto", la cui prima parte venne pubblicata assieme al secondo volume su "I Guermantes", vide la luce nella sua seconda parte il 5 aprile del 1922, sei mesi prima della morte di Proust. Sei mesi che lui dedicò interamente al lavoro sugli ultimi tre romanzi della sua opera, pubblicati postumi. Ma non è solo questa la particolarità di "Sodoma e Gomorra". A differenza dei precedenti tre volumi, che hanno un loro inizio e una loro chiusura, come se fossero romanzi a sé, qui i collegamenti con l'intera opera sono tangibili; si parte da un non detto del finale del precedente volume si conclude con nubi di tempesta che vedremo addensarsi nel quinto volume. Ma soprattutto, Proust fa cadere il velo dagli occhi del Narratore e del lettore sulla reale identità dei figli di Sodoma e delle figlie di Gomorra, gli abitanti di un sottobosco ribollente come la lava di un vulcano, dove ci si cerca e ci si tocca, per desiderio, per voglia di trasgredire, per non "vivere soli" (come cantava Dalida), o anche solo per amore. Qui Proust racconta l'omosessualità e si racconta attraverso i suoi personaggi, senza filtri, senza dorature, con una crudezza a tratti grottesca, a tratti commovente. E mentre il tempo scorre e la modernità avanza, con le sue auto e i suoi aerei col l'inizio del '900, il Narratore si ritrova a fare una scelta che segnerà al sua esistenza e soprattutto quello della "fanciulla in fiore" Albertine.
Questo è il romanzo della Ricerca che mi è risultato più leggero, quindi facile da leggere, rispetto ai precedenti. È la parte più ricca di rivelazioni e avvenimenti che si riveleranno cruciali, ma soprattutto è il volume che mettendo da parte i vaghi discorsi relativi ai rapporti nell'alta società presenti nei volumi precedenti, analizza con la finezza caratteristica di Proust, i rapporti tra i singoli individui, che risentono dell'appartenenza alla propria classe sociale. In questa parte, Proust riprende ed amplia il tema dell'omosessualità, offrendoci una veduta sulla sua concezione in quell'epoca, tramite la presa di consapevolezza del protagonista al riguardo e gli effetti che la prepotente esistenza di questo "vizio" (come viene definito dal narratore) nelle persone che lo circondano ha sulla sua vita, in cui inoltre si vede perdere, a poco a poco, la luce di mistero che prima avvolgeva l'alta società in cui è finalmente riuscito ad entrare. È, in sintesi, una lettura che vede cadere tutte le illusioni del protagonista e rivelarsi, improvvisamente, tutte le verità nascoste che il suo intelletto aveva previsto ma non accettato completamente, che a furia d'essere negate, si rivelano in tutta la loro dolorosità in questo volume. A questo proposito, è particolarmente toccante il capitolo dedicato alle intermittenze del cuore.
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