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Perché un giovane d’oggi dovrebbe leggere un libro sul Risorgimento? Un giovane che spesso ignora gli accadimenti di 20 o 30 anni prima, condannato a vivere nell’eterno presente della società moderna, per cui non ha interesse a guardare troppo all’indietro? Perché in realtà ciò che dovrebbe riguardarlo di più è già accaduto. Perché la storia racconta di noi stessi e ci mostra i nostri problemi: se si ha pazienza di leggere tra le righe dei grandi avvenimenti, delle principali battaglie, delle azioni delle più famose personalità, si scoprono uomini e donne che vissero, sia pure in contesti diversi dal nostro, i nostri stessi dilemmi, li affrontarono e in parte li risolsero anche per noi, di là dal loro piccolo vivere quotidiano. Persone che nutrirono ideali nobili e moderni per quell’epoca: in primo luogo la libertà e il riscatto delle masse popolari e poi la rinascita di un paese allora suddiviso in numerosi stati e sottoposto all’influenza di potenze straniere. E se tra loro vi furono intellettuali e uomini d’azione famosi, come Mazzini e Garibaldi, furono per lo più dei semplici patrioti a lottare e a morire per questi ideali. Lo sforzo dei due autori del libro, Velia Iacovino e Marcello Giannotti, è quello di descrivere, in maniera snella e adatta a un giovane lettore d’oggi, personaggi dei quali spesso nei libri di testo o nella celebrata Wikipedia, non si trova traccia, oppure se ne trovano semplici e freddi cenni: non quegli aspetti umani così simili ai nostri, che costituirono i loro vissuti, non le loro idee e convinzioni, di semplici o di colti, che furono loro da sprone e che cambiarono la loro vita. E così se tutti sanno di Pisacane e della sua spedizione sfortunata in Lucania, grazie anche all’inizio della poesia “La spigolatrice di Sapri”, pochi conoscono che nonostante fosse nobile di famiglia, fu d’animo inquieto, spirito libero, “socialista” e “anarchico”. Ancor meno sono coloro che conoscono la sua compagna, Enrichetta Di Lorenzo, che abbandonò il marito, impostole da un matrimonio combinato, per seguire l’uomo che amava e lottare con lui. E quanti sanno che durante l’assedio di Roma nel 1849, moriva il tenente delle Camicie Rosse Andrea Aguyar, “il moro di Garibaldi”, proveniente dall’Uruguay, schiavo negro liberato dall’Eroe dei due Mondi? E di Righetto, l’orfanello dodicenne, morto negli stessi giorni, per l’ennesima bomba francese che stava cercando di disinnescare? O di don Enrico Tazzoli, sacerdote libertario (un ossimoro per l’epoca), che univa la sua fede cattolica a una visione egualitaria della società? E delle nobili donne, come la principessa Belgioioso, o come Rosa Testi Rangoni, che nonostante il privilegio della loro condizione sociale, abbracciarono gli ideali risorgimentali di libertà e giustizia, anche contro le loro famiglie di origine? E dei tanti Meridionali, come l’ufficiale calabrese Michele Morelli, che tentò di convincere il Re delle Due Sicilie a mantenere la costituzione, da questo concessa sia pure per forza? E di tanti altri che vollero dare il loro contributo? Sì, il Risorgimento ci fu perché lo vissero persone simili: donne coraggiose, giovani o giovanissimi uomini – la cui personalità viene ricostruita dagli autori in maniera avvincente e narrativa, senza mai scadere nella banalità, ma sempre con attenzione alle fonti storiche, che vengono puntualmente richiamate, così come vengono citate le testimonianze scritte dei protagonisti. Voci ormai lontane, quasi senza eco, eppure ancor forti per chi le sa cogliere: questo libro ne amplifica l’intensità, presentandole in modo vivo alla nostra attenzione, con l’utilizzo di diverse forme di scrittura, intercalandole con le immaginarie osservazioni di un famoso scrittore che fu ammiratore di Garibaldi, che il lettore identificherà alla fine del libro. Quindi è una lettura che un nostro ragazzo può benissimo fare e al quale farà benissimo, ma può giovare anche a uno non più tanto giovane, come me, per esempio, che, avendo studiato il Risorgimento quarant’anni fa, ne ha ormai una vaga idea. Molto utile, per tali smemorati di ritorno, l’essenziale cronologia del periodo. Difetti? Come tutto ciò che è umano: ovviamente la descrizione di alcuni personaggi ha portato a ometterne altri, anche famosi. Ma un pregio del libro è la sua fluida sinteticità: una soluzione diversa, lungi dall’essere completa, ne avrebbe fatto un dizionario, e non più un “racconto” o meglio tanti racconti storici di agevole lettura. Ma poi un libro deve spingerci a leggere altri libri, perché solo con ciò adempie veramente alla sua funzione. I documenti allegati e l’ampia bibliografia, anche per rimandi su link di rete sono di enorme ausilio per chi volesse approfondire l’argomento e passare dal ‘selfie” al ‘quadro’ storico vero e proprio: sotto questo profilo il sottotitolo è un vero e un proprio richiamo - alla moda - per il giovane digitalizzato che si avvicina a un libro cartaceo con una certa diffidenza.
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