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Il 3D, guardato a lungo con sospetto e scambiato come prodotto di esclusivo consumo spettacolare, solo di recente è stato oggetto di una più attenta analisi grazie, soprattutto, all’attenzione dimostrata da grandi registi come Wim Wenders e Martin Scorsese. Ma, accanto al cinema, è stata l’arte a comprendere le straordinarie potenzialità di uno strumento in grado di modificare la percezione del reale. Come testimonia questa nuova monografia, Giuliana Cunéaz è stata tra le prime artiste europee ad utilizzare il 3D in maniera autonoma raggiungendo un modello estetico apprezzato in Italia e all’estero dove arte, scienza e tecnologia creano una rinnovata dialettica. Giuliana Cunéaz 3D presenta oltre 80 lavori realizzati dal 2004 sino al 2012 e propone, accanto ai testi dei curatori, una serie di testimonianze di artisti, critici e storici dell’arte come Laura Cherubini, Piero Gilardi, Giovanni Iovane, James Putnam, Sergio Risaliti e Gillo Dorfles.
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