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Essere nel mondo significa esistere a contatto di altre singolarità esistenti, avvalersi degli effetti dello scambio relazionale, confrontarsi con un tu originario quanto l’io, auspicando eventualmente la costruzione di un noi. A fine ‘800 Georg Simmel aveva già individuato il nostro costitutivo essere con altri ed elaborato una coerente ontologia della relazione, operante dapprima nella teoria della conoscenza e nell’analisi sociologica, poi nell’estetica e infine nella metafisica come conflittuale azione reciproca tra vita e forma. La reciprocità appare anche come il criterio più fecondo per valutare la qualità dei rapporti tra individui, per misurarne la legittimità: tuttavia la natura solipsistica e fantasmatica dell’eros, la natura intransitiva del desiderio, determina lo scacco di tale condizione. Di qui scaturiscono le aporie di tale principio, i cui confini si rivelano sempre fluidi, indeterminati e transitori.
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