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Se il libro di Marianna Martino fosse un gioco sarebbe Monopoli, quello dell’Editrice Giochi, del ’35, con la toponomastica di Milano, su tappeto verde e caselle segnate di blu-viola, grigio, rosso, marrone. Qui si parla di Torino, con due sole possibilità nel tiro dei dadi, due indicazioni, quella del sì e quella del no, le vie, i locali dove si può passare e dove è meglio non fermarsi. La mappa e le caselle sono i luoghi dello shopping, del cibo, della vita notturna, le tendenze, i protagonisti della città della Mole. Nel Monopoli tutti volevamo arrivare a Largo Augusto o in Viale alla Vittoria per impiantare un redditizio mercato immobiliare, anche se non era male sovrappopolare Vicolo Stretto con quattro case e un albergo: nella casella non stavano più tutte le pedine di legno, rendevano poco ma era un capitale e comunque si incassava passando dal Via. L’attesa era quella di fare più volte il giro di Milano, sostare nei viali e nei corsi prestigiosi e scampare la patrimoniale. Qui, in questa mappa Torino si/no, naturalmente non si pensa di edificare i suoli –non lo pensano i turisti, perlomeno-; i luoghi sono quelli da visitare, quelli belli e caratteristici – sono gettonati la Villa della Regina, il Cortile del Maglio con i negozi di artigianato etnico e le botteghe di restauro, il Valentino e il Giardino botanico. Meno ambiti altri, non brutti o sgradevoli in quanto strutture architettoniche, ma trascurati dai cittadini e sovente dimenticati nei programmi di manutenzione; poi ci sono quei luoghi che personalmente non sono amati dall’autrice e quindi vanno nella casella del no. Le valutazioni passano nel setaccio di Marianna Martino soprattutto per quanto riguarda lo stile di alcuni torinesi, vagli con retine strette che rilasciano molto scarto, comportamenti o stili di vita che l’autrice non approva. Marianna aiuta a giustificare i suoi no spietati con l’effervescenza della scrittura, con uno spirito disinvolto, pur non assolvendo proprio il comportamento un po’ troppo ruspante di alcuni cittadini… Io salverei il Gran Balon, il Circolo dei Lettori, i vicini di casa, anche quelli dei villini della Crocetta… Per altri lascerei l’occasione di prendere dal mazzo delle Probabilità una carta -che nel Monopoli era segnalata con un baule colmo di possibilità o anche dal mazzo degli Imprevisti. I Torinesi possono sorprendere ed è forse per questo che le nostre piazze e i nostri portici sono affollatissimi la domenica, e non solo.
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