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L'idea è carina. Per questo l'ho comprato. E qui arriviamo al "ma", perchè c'è un "ma". Proprio perchè l'idea è così carina già dopo poche pagine ci si rende conto che poteva essere affrontata in maniera completamente diversa e sicuramente anche meno superficiale. Anzi, doveva esserlo. Un libro che risente della tendenza della Roger a scrivere storie per ragazzi. E' una potenza che non si traduce in atto.
Un titolo irresistibile, un sottotitolo ancor più irresistibile e una quarta di copertina azzeccatissima ("Quello che mettono sul retro dei romanzi, vi dirò, ti fa domandare se è scritto per invogliare o il contrario. In ogni caso, quel che è certo è che non è fatto per gente come me. Un fracco di parole complicate - ineluttabile, fertile ricerca, mirabile concisione, romanzo polifonico.... - e non un solo libro dove io trovi scritto semplicemente: è una storia che parla di avventure o d'amore...o di indiani. Punto e Basta."). Un libro delicato, che insegna il vero significato della parola condivisione che nasce spontanea là dove germogli un sentimento d’affetto profondo... e perchè no, chiamiamolo pure amore! Perchè è questo il sentimento che s’instaura tra i due protagonisti del romanzo: Margueritte, un’erudita vecchietta piccola come un passerotto e con le gambette da cerbiatto, e Germain, l’orco goffo e scemo del paese. La loro storia è raccontata da Germain... con il suo linguaggio semplice e un pò volgare... con le sue note al fianco delle parole nuove appena andate a cercare sul dizionario... con le sue metafore “ortofrutticole”... con i suoi ragionamenti su quelle “banalità” che chi non è “idiota” quanto lui, ormai, non nota neanche più! Lo ripeto, un libro delicato, delizioso, divertente e commovente... (Chissà cosa direbbe Germain di queste mie parole!)
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