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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2015
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Lila è una donna ancora giovane, ma ferita dalla solitudine di una vita brutale e vagabonda; il reverendo John Ames ha il doppio dei suoi anni e altrettanti lutti, una fede di granito e la responsabilità di molte anime. Niente al mondo li accomuna, a parte la fedeltà ai ricordi e la fame di risposte. Niente, prima di quel pomeriggio di pioggia a Gilead.
«Un romanzo sulla solitudine disperata e sulla diffidenza più cupa, sulla vergogna e sulla seduzione. Finge di parlare di Dio, e intanto racconta i precipizi di quelli che lo cercano» – Nadia Terranova
«Marilynne Robinson ha scritto un'intensa storia d'amore e l'ha calata nella lingua e nelle idee di una dottrina calvinista. È un'autrice senza eguali. Ha saputo creare un intrepido corpus di opere, piccolo ma denso, in cui la religione compare senza vergogna, al pari del dubbio» – Cathleen Schine, The New York Review of Books
Lila porta con sé un bagaglio fatto soltanto di ricordi e delusioni quando raggiunge la cittadina di Gilead. Ma, varcando per la prima volta la soglia di una chiesa in cerca di un riparo, incontra la voce calda e sicura del reverendo John Ames e finalmente può smettere di combattere. Non importa che lui sia colto e lei ignorante, non importa da quale inferno venga lei o quanta vita abbia davanti lui. Non importa che lei abbia fatto la prostituta né che lui abbia visto morire la moglie e il figlio che stava mettendo al mondo. A John Ames basta un'occhiata per scorgere in lei una sofferenza che li avvicina e un bisogno di risposte a domande che riguardano entrambi: Dio, il bene, il male, la colpa e il perdono. Fino alla richiesta più difficile di tutte, che lo costringe a rimettere in discussione se stesso e i propri sentimenti: sposami.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Terzo volume di un'anomala trilogia, 'Lila' può essere letto come romanzo a se stante, ma si arricchisce dei riflessi e dei rimandi provenienti da 'Gilaed'. Quel libro offriva il punto di vista e i ricordi del reverendo John Ames, estesi ad abbracciare tre generazioni. Lila si limita a riordinare i frammenti della sua vita, lasciando intravedere sullo sfondo le trasformazioni sociali indotte dalla Grande Depressione. Più della Storia, però, alla Robinson preme il discorso sulla fede, sulla colpa, sulla redenzione e sulla Grazia. Lila è abituata alla solitudine, è dura quanto basta per resistere alle avversità e ha l'orgoglio di chi non vuole la commiserazione o la carità altrui. Sotto la superficie però ci sono desideri affettivi, soprattutto c'è la voglia di interrogarsi su quell'entità di cui ha fatto esperienza senza saperne il nome, l'esistenza. La Bibbia le fornisce suggestioni e visioni profetiche, ma è l'incontro con John Ames ad essere decisivo. Il reverendo vive una diversa solitudine, composta e rischiarata dalla fede, ma è subito attratto dalla donna e dalle sue domande 'ultime'. Due anime stanche paiono allora trovare una via insperata per ridefinire il proprio mondo alla luce di un amore intriso dal dubbio ma dotato di nuova forza (ri)generatrice.
Un libro bellissimo, molto religioso ma la religiosità dell'autrice non è d'ostacolo alla lettura anzi dona al lettore una visione del mondo gentile e rasserenante, è uno di quei libri che ti fanno sentire meglio. Questo romanzo non è mai banale e la storia scorre allo stesso tempo piacevole, rasserenante e profonda. L'umanità, qualcosa ormai scomparsa dalla faccia della terra non solo dalla letteratura, sembra esistere alla luce della grazia di Dio. C'è una tregua alla solitudine e all'esilio dal genere umano, al senso di colpa e di inadeguatezza. La tregua è regalata ai due protagonisti dalla tenerezza che arriva come dono insperato e inatteso dalle mani dell'uomo ma probabilmente come regalo di Dio. Lila è un personaggio molto bello, una ragazza ruvida che ha fatto una vita randagia, ma profonda per l'intensità degli affetti e dei legami. In primo luogo, è attaccata a Doll, la donna che l'ha rapita in fasce da una famiglia probabilmente inadeguata e accudita, poi al marito. Lila è una creatura molto selvatica e diffidente, allo stesso tempo capace di amore e delicatezza. Fa venire al lettore voglia di quel tipo di vita: intorno al fuoco, nei campi di mais. Le poche cose che si possiedono diventano importanti: lo scialle consunto, il coltello, un fiore. E' bello il rapporto con la natura e leggendo sembra di essere in un campo e di sentire l'odore dell'erba e il fruscio delle foglie. La Robinson riesce a descrivere la solitudine nella sua tristezza e allo stesso tempo dà l'idea del suo fascino e del richiamo che continua a esercitare. L'essere più tenero dopo averla conosciuta resta per sempre in parte selvatico come un lupo, quindi tentato dalla fuga, sensibile al richiamo dei campi e del fiume. Il rapporto con la natura è stretto, caratterizzato dal desiderio di essere come un fiore in un campo o un uccello nell'aria senza radici e senza una dimora fissa di mattoni. Allo stesso tempo rende l'idea dell'importanza di avere intorno dei mattoni, una stufa, dei biscotti, del te, un albero di Natale tante piccole cose che insieme al calore umano rendono una vita più sopportabile. Il romanzo è bellissimo.
Recensioni
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