Negli ultimi anni ho smesso di ridere di fronte alla satira (quella di genesi politica & "di palazzo"). Eppure ho acquistato il libro del grande Giordano perché - tra le righe - c'è un lodevole lavoro di ricerca e documentazione. Sì d'accordo, lui rielabora il lavoro che altri colleghi hanno realizzato prima di lui e si appassiona (per professione?) a casi importanti di cronaca giudiziaria/tributaria che presto finiscono nel dimenticatoio. Ma l'analisi e la sintesi di tali sciacallaggi finanziari sono farina del suo sacco, ivi compresa la dissacrante descrizione dei personaggi citati nel libro, i quali - prima di sentirsi bussare alla porta da quegli uomini vestiti di nero con la riga rossa sui pantaloni - erano tra i più "rispettabili" del Paese. Il suo stile è a cavallo tra il noir e il grottesco e perciò mi diverte. A metà di ogni raccontino ti verrebbe voglia di prendere una mazza da baseball e scendere in strada per indossare i panni di Charles Bronson. Alla fine, invece, Giordano è così irriverente ed allegorico che ti svuota di rabbia e ti riempie di risate. Purtroppo molto amare.
Pescecani. Quelli che si riempiono le tasche alle spalle del paese che affonda
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Queste pagine sono una specie di vaccino, un antidoto. Una legittima difesa per impedire che i pescecani si mangino tutto. Perché è lecito che ognuno speri di salvarsi facendo il furbo. Ma nessun Paese in mano ai furbi può sperare di salvarsi.
Il nababbo di Treviso? Possiede 163 motociclette, 155 bici da corsa, 70 fra yacht e motoscafi e 493 auto, compresa la Jaguar di Diabolik. Tutto gelosamente custodito in una decina di capannoni. Collezionismo estremo: per soddisfarlo, ha sottratto 40 milioni di euro alle banche e messo 700 dipendenti sulla strada. Il Corona di Arzignano? Guadagnava 9 milioni di euro, denunciava al fisco 177 euro. Lo 0,0001 per cento. Il suo mito? Il re dei paparazzi Fabrizio Corona. La sua vita? Una cavalcata tra eccessi, belle donne e champagne. Le tasse? «Una parola complicata.» Si sente un evasore? «Dov'è il problema? No go copà nisun.» Non ha ammazzato nessuno. Eccoli qui i pescecani, quelli che negli ultimi anni si sono arricchiti alle spalle degli italiani che tiravano la cinghia. Pare che siano sempre di più e i dati parlano chiaro: la crisi non ha aumentato solo le differenze tra ricchi e poveri, ma anche la percentuale di chi fa soldi in modo illegale. E il rischio è che, voraci come sono, i pescecani si stiano impadronendo del Paese. Che siano proprio loro a comandare, del resto, è apparso evidente quando è saltato il tappo della Cupola di Roma. E a chi chiede perché i problemi non si risolvono, ecco spiegata la ragione: perché ci sono loro, i pescecani, che nei nostri problemi ci sguazzano. E fanno soldi. Molte delle storie che leggerete in queste pagine vi faranno arrabbiare. Molte vi faranno sorridere. Molte vi sembreranno così assurde da non essere vere. Invece è tutto documentato, fino all'ultima virgola. Verrebbe da aggiungere: purtroppo. C'è il professore della Bocconi che vende hotel e palazzi che non ha; c'è il faccendiere pasticcione che si mette in posa con i vip, nascondendo 234 assegni a vuoto. C'è Er Viperetta Massimo Ferrero, di cui si racconta la vera storia. E poi ci sono i banchieri, i signori della corruzione (dall'Expo al Mose), i re degli appalti romani e il rampollo così spudorato da filmarsi mentre consegna la tangente. Questo libro è il racconto incredibile e drammatico di un pezzo di realtà italiana che sta crescendo e forse ci sfugge, ma su cui tutti dovremmo riflettere e intervenire. Non possiamo, infatti, far finta di non vedere che i furbi stanno vincendo la loro storica lotta con i fessi. Che non c'è angolo della nostra meravigliosa Italia in cui, accanto a tante persone perbene, non si rischi di trovare il pescecane di turno. Bisogna imparare a conoscerli per difendersi. A combatterli.
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Anno edizione:2015
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