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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2014
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Questa raccolta di circa quaranta poesie mantiene la cifra che è stata quella più professionalmente riconosciuta dell’autore, nell’impronta di fulminei flash fotografici o di repentine inquadrature di film. Versi brevi, separati da lunghi spazi bianchi, che ovviamente suggeriscono pause, addirittura silenzi, attribuibili a una sorta di pudore, alla paura di dire troppo. Sono tutte poesie d’amore, nella quasi totalità riferite a figure femminili, verso cui Orfini prova un forte sentimento di nostalgia e rimpianto, talvolta anche di rimorso. Il senso della caducità della vita, dell’inesorabile trascorrere del tempo e del buio della fine attraversa le pagine, cadenzando anche il ritmo dei versi: “Aspetto / la parola fine, / per dimenticare / subito”, “Notte fonda, Il sonno sopra ogni cosa, Me ne andai, Caduta libera, Inizio e fine, Scorrono anni, La vita ci lascia, Autunno, Tu non torni”, sono alcuni degli emblematici titoli di queste composizioni, in cui il senso del distacco non riguarda solo il momento conclusivo dell’esistenza, ma anche lo schermo che inevitabilmente allontana dagli altri, persino dalle persone più amate. Ogni incontro si risolve in una separazione dolorosa (“Ho attraversato / più volte / lo spazio / del tuo pensiero // fallendo / ogni volta / l’incontro”), e un’estraneità sostanziale divide anche dalla banalità quotidiana delle esistenze altrui. La madre morta dopo una lunga malattia, l’animale domestico che torna a casa dopo un’assenza perché sa di non avere più tempo davanti a sé, il figlio a cui si porge una carezza, l’amico edicolante mancato d’improvviso, e anche una bambina appena sbocciata alla vita portano tutti il segno di una fugacità malinconica e rassegnata. Immagini veloci di un film privato, in cui anche amare – come suggerisce il titolo della raccolta – è come entrare nel buio di un cinema, per rubare attimi di consolazione e di luce.
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