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Descrizione


Il libro, oltre a "La finestra" di Mario Soldati, raccoglie anche la sceneggiatura televisiva del racconto firmata dall'autore e da Raffaele La Capria, e il saggio "L'altro fu Mattia Pascal" di Salvatore Silvano Nigro.
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Dettagli

2005
20 ottobre 2005
197 p., Brossura
9788838920660

Valutazioni e recensioni

Alessandra Lentini
Recensioni: 4/5

Il racconto è molto scorrevole, scritto in prima persona coinvolge il lettore e mi ci sono voluti appena due giorni per finirlo. Se non fossi stata stanca ci avrei messo una sera per leggerlo tutto. Ultimamente non è stato facile ritagliarmi del tempo per leggerlo ma, complice la breve durata e la modalità di scrittura, ho divorato questo romanzo. E' stato inevitabile avere subito un legame col protagonista, e narratore, anche se non è sempre stato facile definire lui come protagonista. A volte mi è sembrato che la storia fosse più incentrata sull'amica che su di lui o più probabilmente sui sentimenti che vivono in tutto il libro. I veri protagonisti sono stati quindi proprio loro: i sentimenti. I personaggi sono originali e molto intriganti così come il racconto, misterioso, credibile e interessante. Spesso mi sono trovata a compatire i protagonisti, soprattutto le donne del libro, dominate da un amore folle, irrazionale e ai limite del buon senso. Prima su tutte Twinkle che continua ad amare, dopo vent'anni, un uomo che avuto il coraggio di scappare per la paura di restare, un uomo incapace di amare, o forse che ama in un modo tutto suo? Mi ha stupita questo amore, perché per me incomprensibile, quasi ossessivo, un'ossessione più che un sentimento puro. Consiglio di leggere la prefazione alla fine per non rivelarsi alcune parti del racconto.

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Recensioni: 4/5
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Mario Soldati

1906, Torino

Scrittore e regista italiano, Mario Soldati, dopo avere insegnato negli Stati Uniti, torna in Italia nel 1931 e intraprende la carriera di scrittore e di sceneggiatore (collabora alla stesura delle commedie La tavola dei poveri, 1932, di A. Blasetti e Il signor Max, 1937, di M. Camerini). Dopo alcune coregie, debutta da solo dietro la mdp con Dora Nelson (1939), sofisticato esempio di cinema dei «telefoni bianchi». Il suo cinema è ricco dal punto di vista figurativo e si distingue da buona parte delle produzioni italiane del periodo per la ferma attenzione che il regista pone al paesaggio, da lui visto non come parte ma come sostanza del racconto: in questo senso due opere come Piccolo mondo antico (1941) e Malombra (1942) rappresentano le vette di quel cinema poetico e...

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