Ossa rotte, terra bruciata

Sono sicuro che sarà interessante come gli altri che ho acquistato

Debutto sulla lunga distanza per l'inglese Mark Hardie, pubblicato in Italia dall'arrembante neonata casa editrice SEM. Siamo nei territori dell'hard boiled - police procedural, con tutti gli schemi e gli stereotipi della branca del genere, a partire da protagonisti problematici e sfigati e le tematiche trattate (abuso su minori) Mi preme dire immediatamente che non tutto è da buttare, seppure i limiti superino i punti di forza. A partire da un ritmo fiacco, scostante e lento a carburare, reso ancora più ostico da uno sviluppo dell'intreccio farraginoso e, a tratti, confuso. Mark Hardie ha iniziato a scrivere dopo avere perso la vista e ora si dedica a questa professione a tempo pieno (in Inghilterra è già stato pubblicato il secondo romanzo di questa serie che vede protagonista Frank Pearson). Per paradosso il più grande difetto di questo romanzo sta proprio nel tentativo di colmare la mancanza, in questo caso la cecità, con una ridondanza eccessiva di dettagli sensoriali e descrittivi, che appesantiscono ulteriormente la fruizione per il lettore. La scrittura non è male così come il lavoro di traduzione. Per il resto, nulla di nuovo all'orizzonte. Tralasciabile.