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Sono proprio le piccole (volute) negligenze, omissioni, mancanze d’attenzioni di cui tutti noi potremmo esser capaci nel nostro quotidiano che alimentano quella crudeltà di cui elegantemente ci racconta Marta Morazzoni – insegnate milanese, vincitrice del Premio Campiello nel 1997 per "Il caso Courrier" - lasciandoci sempre un po’ d’amaro in bocca dopo averci fatto entrare dalla porta principale dell’emozioni dei suoi protagonisti Cinque racconti che ci portano a spasso nella storia e che trovano nella crudeltà il loro collante narrativo: due ci parlano di musica, e se prima troviamo un “Maestro” sposato a una giovane Costanza che combatte ansie e frustranti attese in una Corte che dispensa indifferenza, conosceremo poi l’abate librettista Lorenzo Da Ponte in preda a gelosie e malanimi sino al punto da diventare “omicida” mentre insegue la fama nella Vienna di Salieri . Nelle pagine a seguire incontreremo un Asburgo, re Carlo V , narratoci mentre lascia Bruxelles per passare gli ultimi suoi mesi di vita in un monastero d’Estremadura da dove detterà le sue ultime volontà non senza dispensare ordini e divieti a danno di chi lo circonda . A questo punto avremo già letto il racconto che da il titolo al libro e siamo a Scheveningen dove un benestante mercante olandese, Johannes Van Rijk , riserva alla sua apprensiva moglie trascuratezza e superficialità lasciandola sola per recarsi in viaggio d’affari; arriverà così sino in Danimarca con il suo prezioso quadro, il ritratto de “la ragazza con il turbante” L’ultimo racconto – forse il più spietato – ci apre le porte d’una famiglia viennese con le sue studiate dinamiche che non tengono in minimo conto le sofferenze di un infermo a cui viene negato persino di poter ancora godere dei colori dei giardini di Schonbrunn.
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