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Dunque, vediamo un po’: salvate a oltre un secolo di distanza ci sono annotazioni quasi giornaliere trascritte nell’arco di ben 35 anni (dal 1883 al 1918) da Luigi Sartori, prima a Ischia poi a Roncogno in Valsugana (all'epoca Impero Austro-Ungarico).- Salvate e custodite un secolo dopo in una cantina da Maurizio nipote di Luigi, ci sono centinaia di lastre fotografiche su vetro scattate da Otto Kraliczek ,un sottufficiale del Genio austro-ungarico. Sarebbe bello che tutto questo materiale venisse fatto conoscere attraverso un libro, ma come fare? A meno di non ricavarne un libro solo fotografico, trascrivendo solo le annotazioni il testo di questo libro sarebbe troppo modesto, dato che le annotazioni sono estremamente scarne, di poche righe e spesso incomprensibili se non commentate. Ci vorrebbe un bravo giornalista e, meglio ancora, un giornalista-scrittore. Ed eccolo qui il soggetto ideale: Maurizio Panizza. Il quale con un paziente e appassionato lavoro , superando molte difficoltà, ha scritto questo “Diario familiare”, un’opera di oltre duecento pagine con centinaia di illustrazioni fotografiche, edita da Curcu Genovese nel dicembre 2018. Un impegno notevole quello di Panizza che ha spiegato, inquadrato, ambientato le annotazioni di Luigi Sartori scritte negli spazi lasciati appositamente bianchi per eventuali note nell’”Almanacco Agrario”, una pubblicazione di centinaia di pagine che usciva puntualmente ogni anno alla vigilia di Natale (preziosa pubblicazione fondamentale nel far crescere l‘agricoltura del Trentino). In quest’opera di Panizza ci sono pagine esemplari sull’emigrazione, sull’alluvione del 1882, sulla bachicoltura, sul movimento cooperativo (in cui il suo avo Giovanni Battista è stato un personaggio protagonista quanto ingiustamente dimenticato), sulla pellagra, sul manicomio di Pergine Valsugana, sulla Grande Guerra e su tante altre, non escluse autentiche chicche. Il tutto arricchito da centinaia di foto pazientemente raccolte. Un bel libro questo “Diario familiare”, tutto da leggere, soprattutto dai giovani ( ma dove sono?) che ignorano queste storie, questa Storia. Renzo Francescotti
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