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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2015
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Un viaggio nello spazio e nel tempo, o se si preferisce, nello spaziotempo, è l'incipit di questo ottimo romanzo scientifico scritto da uno studioso della materia, o meglio da un appassionato astrofisico, che si cela dietro lo pseudonimo di Max (il suo vero nome) Wells, probabilmente in onore del famoso fisico Maxwell, ma che ricorda anche il più celebre H. G. Wells, autore tra gli altri de "La guerra dei mondi", che, insieme a Jules Verne, è considerato uno dei padri della fantascienza. Max Wells ha deciso di divulgare la sua teoria sull'antimateria attraverso un'insolita via. L'antimateria non è altro che materia comune, che va indietro nel tempo. E quindi i viaggi nel tempo sono possibili. È la fisica raccontata da chi la produce, un curioso intreccio di narrativa e scienza. Questo romanzo è capace, a mio avviso, di appassionare il lettore non solo a questo genere letterario, ma soprattutto al suo substrato scientifico, spiegato in maniera molto chiara ed efficace, con piena cognizione di causa. Il problema del viaggio nello spaziotempo comporta spesso la spiegazione di fenomeni alquanto incomprensibili per i non addetti ai lavori, ovvero della possibilità di viaggi interstellari su lunghissime distanze, non attualmente percorribili nell'arco della vita umana, sfruttando quella "bizzarria" della Fisica che va sotto il nome di "Teoria della Relatività Speciale", formulata da Albert Einstein. Questa teoria è notoriamente di difficile comprensione, impercettibile e per niente intuitiva per chi non si occupa specificatamente della materia, ma spiegata in maniera fluida, nel primo capitolo, con esempi molto chiari, dall'autore, e scritti intenzionalmente in caratteri piccoli per non "annoiare" il lettore poco avvezzo al linguaggio fisico-matematico. A parte queste (necessarie) note, che fanno parte dell'usuale linguaggio quotidiano degli "addetti ai lavori", il resto della narrazione scorre con notevole potenza immaginifica, pur se supportata dalle solide colonne della Conoscenza Astrofisica, ampiamente giustificata, laddove per brevi tratti può somigliare a un mero saggio divulgativo. Tuttavia, l'opera costituisce a mio avviso un ottimo mix fra la trascinante potenza narrativa di Barreiro, Zanotto, Osterheild, Lopez, Gene Roddenberry, giusto per citarne alcuni, e la competenza scientifica dei classici del genere "hard science fiction" come Arthur Clarke, James P. Hogan, Isaac Asimov, e, last but not least, l'"omonimo" dell'autore, Herbert George Wells. La scorrevolezza dell'opera dipende poi dalla differente chiave di lettura, o meglio dall'approccio, che si può avere con la narrazione, che cerca comunque di soddisfare sia il lettore "hard", in cerca della giustificazione e della descrizione della realtà fattuale, che quello più "soft", semplicemente in cerca di un piacevole e rilassante romanzo di fantascienza, e delle immancabili, e a mio avviso indispensabili, emozioni e vibrazioni che un ottimo racconto di questo genere deve necessariamente avere. In pratica si tratta di uno dei pochi casi di ottima sintesi tra la divulgazione e la narrativa. È un romanzo originale, interessante, curioso, coinvolgente, ambientato su un pianeta extrasolare dal nome Alkenia che si trova a circa 20 anni luce dalla Terra. Non ne anticipo la trama, vivace e intrigante, per lasciare al lettore la sua scoperta passo passo, anche se alcune parti potranno risultare un tantino "oscure" per i non addetti ai lavori. Lo stile è scorrevole e godibilissimo, venato di ironia. L'autore ha prodotto numerose pubblicazioni nel campo dell'Astrofisica Extragalattica, e tuttora si occupa dello studio di fenomeni fra i più violenti ed energetici nell'Universo, che vanno sotto il nome di Blazars. (Le Stelle, febbraio 2011)
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