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Anno edizione: 2021
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Negli ultimi giorni della sua lunga vita, un anziano e malato Tintoretto ricorda la sua vita a Venezia attorniato dalla sua famiglia e, in particolare, dall’amatissima figlia illegittima Marieta. Il libro è scritto benissimo e ti fa entrare completamente nell’atmosfera della Venezia del Cinquecento attraverso gli occhi di un pittore orgoglioso, indipendente, che è sempre stato sopra le righe e contro le convenzioni. Ritroviamo il tema dell’arte e dell’ispirazione artistica, il desiderio di indipendenza economica al punto da rifiutare lavori ben pagati, l’ambizione smodata di diventare “eterno” che spinge l’artista a fare di tutto per emergere, l’invidia e le gelosie tra i pittori, il rapporto ambiguo con la figlia e tormentato e sofferente con tutti i suoi figli legittimi. E poi ancora Tiziano, la peste, il commercio d’arte, la religione, la condizione femminile, la politica etc. Assolutamente splendido lo stile adottato dalla Mazzucco: continuamente anticipa personaggi o fatti si cui si avrà la spiegazione dopo poche o molte pagine (al punto che all’inizio del libro pensavo continuamente di essere io a non ricordarmi alcuni parti del libro!) e, soprattutto, il racconto della morte di Marieta che si sa dalle prime pagine ma che solo alla fine verrà svelato. E man mano che si prosegue il racconto, la Mazzucco ci descrive tutti i protagonisti e il loro rapporto sempre tormentato e difficile con un padre così famoso e così carismatico, ma anche così egoista da sacrificare tutta la sua famiglia per i suoi desideri e sogni di eternità (in particolare le figlie femmine tutte destinate al convento senza preoccuparsi della loro vocazione o dei loro desideri). Insomma: un vero capolavoro che ti fa venire voglia di conoscere meglio i quadri del Tintoretto e anche le opere dei suoi figli.
Venezia, Tintoretto, le sue opere, i suoi tormenti. La continua lotta per affermare il proprio genio su quello indiscusso di un Tiziano vecchio, ma ancora potente, troppo. L'amore per i figli, tormentato, come solo può essere il sentimento di un grande artista, che ha sempre dentro di sé un fuoco, un anelito, un desiderio che pare sempre a portata di mano e poi sfugge. La figlia illegittima, Marietta, unica femmina non destinata al monastero ma all'arte, che cresce in bottega vestita da maschio, che sarà la sua musa ma anche il suo tormento: apprenderà in pieno la lezione che il padre le ha insegnato, anche a suo discapito.
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