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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2016
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Quando la critica non specialistica, quasi per paura di ghettizzare un’opera, nega che un romanzo di fantascienza appartenga al genere a me viene un tic all’occhio e la prurigine. Nel caso del nuovo romanzo di Michel Faber, però, devo dare loro ragione: Il libro delle cose nuove e strane non è un romanzo di fantascienza. Il reverendo ex-tossicomane Peter Leigh è scelto come missionario per il pianeta Oasi, dove la specie umana vorrebbe ricollocarsi in tempi molto meno che biblici: la Terra è sull’orlo del collasso. Per partecipare alla missione Peter deve lasciare sulla Terra la moglie Bea, suo faro e guida, oltre che anima gemella, senza la quale è un uomo scollegato dalla realtà. Potranno comunicare in tempo reale attraverso le lettere che potranno scambiarsi, anche ad anni luce di distanza. Il romanzo non è solo sull’incomunicabilità, l’amore e la distanza. E malgrado le premesse spaziali, non ha quasi nulla di prettamente fantascientifico, se non una vaga reminiscenza del ciclo hainita di Ursula Le Guin, di cui è lontano nipote per atmosfera e temi. Faber, ancora una volta, è concentrato sulle dinamiche umane. Anche il progressivo collasso della civiltà umana che traspare dalle lettere di Bea resta in sordina. Il fulcro del romanzo è l’incomunicabilità su tutti i livelli a partire dall’apatia e dall’alienazione del gruppo di pionieri su Oasi, persone senza radici che li legano all’umanità e che lontano da essa perdono il loro senso, diventano involucri vuoti concentrati solo sulle faccende quotidiane. Non c’è neanche il sesso a tenerli insieme, la più bassa e basilare interazione animale. Peter è una figura ancora più alienata e lontana dall’umanità, impegnato a evangelizzare i misteriosi e inumani nativi di Oasi a cinquanta miglia di distanza dalla colonia terrestre e anni luce dall’amatissima moglie, dalla quale la lontananza diventa non solo fisica ma anche affettiva di settimana in settimana. La fede, che è stata la salvezza e la svolta di una vita insensata, diventa ora l’ostacolo empatico che divide Peter e Bea, il primo legato saldamente alle certezze del proprio credo, la seconda sempre meno salda nella propria convinzione religiosa, a causa degli eventi catastrofici che colpiscono la Terra. Come già nel Petalo cremisi, Faber tratteggia una galleria di personaggi umanissimi e correlabili e da maestro ne affresca le relazioni e le incertezze. Il libro delle cose nuove e strane (così chiamano la Bibbia i convertiti di Oasi) è un romanzo triste e dimesso, sicuramente in parte a causa delle vicende personali dell’autore durante la stesura. Diagnosticatole un cancro, la moglie di Faber (a cui, il lettore attento noterà, sono dedicati tutti i libri dell’autore) si è spenta lentamente durante gli anni intercorsi dall’ultima pubblicazione. Un’allontanamento forzato che deve aver influito notevolmente nelle dinamiche tra Peter e Bea. Così il romanzo-allegoria con valore universale, diventa tristemente personale. Un livello di lettura causato da eventi che nessuno avrebbe augurato ai coniugi Faber. Con la morte di sua moglie Eva, Michel Faber ha dichiarato che smetterà di scrivere. Non ammesso che in futuro, una volta elaborato il lutto, non torni sulla decisione, Il libro delle cose nuove e strane resta al momento il testamento letterario dell’autore olandese, all’apice della propria carriera. Perdere la voce di Faber è rammaricante, tanto più considerate le cause del ritiro. Mi consolo pensando che debbo ancora leggerne i restanti romanzi e raccolte e che ancora per un po’ potrà farmi compagnia.
Un libro bellissimo che mi ha affascinato non solo per la storia, ma per i temi che affronta. Non troviamo solo l'evangelizzazione degli abitanti di un altro pianeta con la difficoltà di trasmettere il proprio credo ad altri, ma il problema della comunicazione: gli oasiani non sono in grado di produrre alcuni suoni e da qui l'idea di tradurre la Bibbia evitando le parole con alcune consonanti. Il problema però non si esaurisce perché come far comprendere ad esempio la parabola del buon pastore a chi non conosce la pastorizia? Ed é poi giusto evitare la traduzione letterale quanto gli oasiani così ferventi nella nuova fede vogliono sapere dettagliatamente ogni cosa del "libro delle cose nuove e strane"? Il tema poi della distanza "spaziale" dalla moglie che lentamente diventa una separazione emotiva perché a tali distanze non si è più in grado di comprendere l'altro. E poi ancora: che cosa si propone l'azienda nell'opera di occupazione di questo pianeta? Perché sono state scelte persone così preparate ma prive di empatia? E i disastri continui sulla terra? Insomma: molti temi per un libro coinvolgente con un finale perfetto.
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