Micheli usa la pittura del gesto, dei colori acidi e della libertà della composizione per lavorare su altri supporti di scritture: giornali, partiture o semplici tele: il risultato è un percorso emozionante e personale inserito nella grande esperienza dell’espressionismo astratto.“Quella di Micheli non è certo l’astrazione geometrica, diciamo de Stijl o Bauhaus, non è certo l’astrazione delle avanguardie sovietiche o quella della Scuola di Ulm oppure della New Bauhaus di Moholy Nagy a Chicago, Micheli punta su un territorio differente dove le scelte di immagine nascono da una attenzione verso il dipinto come uno spazio possibile, uno schermo vero e proprio, dunque un luogo di proiezione in termini psicoanalitici. Proviamo a utilizzare le parole di Micheli che sono davvero illuminanti nel descrivere il suo processo creativo: “Mi pongo di fronte al supporto (carta, tela e tavola, etc.) senza premeditazione, privo di progetto, mi lascio trascinare dal gesto, per questo prediligo le grandi superfici… il gesto va oltre l’apertura delle braccia, è un fatto mentale”. Dunque la superficie da dipingere è come un luogo di fissazione delle pulsioni del subconscio e di tensione nei confronti dell’inconscio.”Arturo Carlo QuintavalleRoberto Micheli, classe 1949, si inserisce nella tradizione degli astrattisti americani ma rivelando la sua profonda matrice europea. Ne è prova il suo linguaggio dalla forte impronta personale, caratterizzata dalla libertà formale e compositiva, dall’uso di colori e tonalità acide, dall’uso di supporti e materiali più vari, dalle carte di giornali, sacchi, cartoni, tavole di legno. Il suo è un lavoro in progress che non si prefigge obbiettivi se non quello di realizzare e realizzarsi.Il grande salto di qualità è avvenuto quando da figurativo (per 30 anni) è approdato all'astrattismo, meglio espressionismo astratto, eliminando la figura in senso accademico. Quando la figura ancora traspare non è l'elemento centrale del suo lavoro benché riveli gli studi e la formazione dell’accademia di belle arti di Roma.Sansepolcro, Palazzo Pichi Sforza15 giugno – 13 luglio 200
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