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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2009
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La lotta tra gli indios del Guatemala e i coltivatori di mais, se proprio volessimo ridurlo all'osso. Ma questo non renderebbe giustizia a un'opera così inaspettata e formidabile. Nella scrittura di Asturias c'è tutta la tradizione di un popolo, echi di antiche leggende, magia e animismo, voglia di rivalsa e una profonda umanità, uniti alla bravura tecnica e formale di un grande scrittore. Uno stile raro, elegante e personale, profondamente sincero, a tratti straziante, costantemente pregno di immagini originali. I capitoli del libro, di lunghezza sempre crescente, sono dedicati ognuno a un diverso personaggio la cui vicenda si intreccia alle altre con elegantissima sottigliezza, a partire dalla lotta di Gaspare Ilom contro i coltivatori di mais. Questo primo capitolo, il più straordinario per scrittura e bellezza, è la chiave di volta su cui poggiano le storie che seguono, allontanandosene sempre più per poi fare improvvisamente ritorno. Una struttura ardita ma perfettamente congegnata che non mette mai in secondo piano la sincerità della voce narrante e permette all'autore di allargare lo sguardo fino ad abbracciare l'intero orizzonte. Un libro pieno di amore per la propria terra, in grado di contenere al suo interno i vari opposti senza perdere di vista l'equilibrio e la capacità di comprensione. La poesia e l'umanità dello stile di Asturias lo tengono lontano da facili giudizi o forme di compiacimento, dipingendo un quadro indimenticabile e profondamente emozionante. A tratti può essere di difficile lettura ma è un prezzo che si paga volentieri di fronte a tanta bellezza.
La Letteratura vendica. Ci sono gli sconfitti. C’è la prosa che ha fatto all’amore con la poesia e ha generato la lingua di Asturias, e c’è Cesco Vian che si è innamorato di questa lingua e le ha fatto compiere il viaggio fino all’italiano, e non so quanto è andato perduto per strada: so che quanto è giunto è grande, e che quindi grande deve essere stato l’amore di Cesco Vian. Nel romanzo ci sono gli indios. C’è una cultura. C’è un mondo. C’è un sortilegio. E c’è la vendetta. Si prendano, i potenti di questo mondo, la vita. La Letteratura ne avrà sempre altra da dare, da infondere. Altri Stregoni delle Lucciole, altri Cervi dalle Sette Bruciature, e la storia, fino a quando verrà raccontata diversamente, avrà per sé una occasione di cambiare, per seguire un sentiero già aperto dalle parole altre.
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