La montagna bellunese durante l'occupazione austroungarica del 1917-1918. Le relazioni ufficiali di sindaci e parroci

La curatrice Silvia Comin ha raccolto e trascritto fedelmente i resoconti dei parroci e dei sindaci, riportandoli così come sono, scarni e oggettivi, senza alcun commento e proprio per questo l'impressione che se ne ricava è di grande sofferenza, di dolore per atti di violenza compiuti gratuitamente su gente povera ed inerme: stupri, anche ai danni di donne anziane, percosse e uccisioni senza apparenti motivazioni, spoliazioni di generi alimentari, furti, danneggiamenti di infrastrutture. Il saggio introduttivo della professoressa Adriana Lotto, studiosa di questo periodo storico, fornisce un quadro d'insieme degli eventi salienti della Guerra, visti però dalla parte delle popolazioni oppresse e sofferenti. Definisce infatti la Prima guerra mondiale "un evento catastrofico senza precedenti nella storia dell'Europa" perché, oltre a causare più di 9 milioni di morti in battaglia, fu condotta "con modalità inconsuete...che si abbatterono violentemente sui civili e che furono permesse, se non incentivate, dai comandi militari e legittimate dai governi". Chiudono il volume undici tavole con dati statistici molto utili per dare un riscontro numerico a quanto riferito nei resoconti, per esempio il numero dei delitti contro la persona suddivisi per singoli comuni. Per quanto mi riguarda, ho sempre avuto della Prima Guerra Mondiale una visione un po' edulcorata: ne ho studiato i fatti salienti, le battaglie nell'ottica di un patriottismo un po' "di maniera". Questo libro mi ha fatto toccare con mano cosa significasse vivere la quotidianità del conflitto, gli orrori di una vera carneficina, anche fuori dai campi di battaglia.